"Il caso di Giulio Regeni è stato il primo argomento affrontato - ha dichiarato il vicepremier Di Maio al termine dell'incontro con il presidente egiziano Al Sisi - Ci aspettiamo una svolta dall'incontro che ci sarà a breve tra le Procure".

Fiducia espressa anche dalla controparte egiziana, con Abdel Fattah Al Sisi che conferma la volontà "di scoprire i responsabili e consegnarli alla giustizia".

Ma l'incontro bilaterale ha toccato anche il delicato tema dei flussi migratori, perché, secondo il leader del Movimento 5 Stelle, proprio le relazioni con l'Egitto possono fornire un aiuto nella stabilizzazione della situazione libica, luogo di partenza della maggioranza dei migranti diretti verso l'Europa.

"Se vogliamo riportare il Mediterraneo al suo splendore non possiamo prescindere dai rapporti tra Italia ed Egitto - prosegue Di Maio, ricordando che dal 2016 il Paese nordafricano non registra partenze - Quando una regione si stabilizza non partono più i barconi ed è quello che auspichiamo avvenga anche per la Libia".

Gli fa eco il presidente Al Sisi, ricordando che "l'Egitto ha dato ospitalità a milioni di rifugiati, ma sono qui come ospiti e sono integrati nella società in piena libertà".

Toni concilianti e rassicuranti da entrambe le parti, per sottolineare il ritorno di buone relazioni tra i due Paesi e l'intenzione di incentivare la cooperazione bilaterale, sul modello di quella già in corso con la presenza del gruppo Eni in Egitto.

Non tutti, però, hanno gradito l'incontro, e dall'Italia arrivano le dure critiche di esponenti dell'opposizione come Arturo Scotto di Leu, indignato per i toni usati dal presidente egiziano e per l'atteggiamento del ministro dello Sviluppo Economico: "Quando Al Sisi ha detto a Di Maio che 'Regeni è uno di noi' il vicepresidente del Consiglio doveva alzarsi e andarsene. Lui rappresenta tutto il Paese, non può accettare che dopo tanto tempo le indagini siano ancora insabbiate e che arrivino ancora una volta fasulle rassicurazioni. È davvero inaccettabile assistere all'ennesima umiliazione del popolo italiano".

(Unioneonline/b.m.)
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