Due monconi del ponte Morandi di Genova - tra cui quello est, che insiste su alcune abitazione evacuate dopo il crollo, avvenuto il 14 agosto - sono pericolanti e devono essere abbattuti o messi in sicurezza al più presto.

Lo ha annunciato la struttura commissariale per l'emergenza dopo aver ricevuto una relazione tecnica dalla commissione ispettiva del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, con a capo Roberto Ferrazza, a proposito delle strutture del viadotto rimaste in piedi.

La commissione ha scritto al ministero e alla concessionaria Autostrade per avviare gli interventi.

Inoltre, è evidente "sul pilone 10 uno stato di corrosione di grado elevato", ha detto il prefetto del capoluogo ligure Fiamma Spena al termine della riunione del Centro coordinamento soccorsi.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ospite al Meeting di Rimini, che ha dichiarato che occorre "puntare all'abbattimento nel più breve tempo possibile di tutto quello che rimane del ponte Morandi, una brutta carcassa e un brutto simbolo".

Per il governatore prima si mette "in sicurezza definitiva quell'area e prima sgombriamo i dubbi sul cosa accadrà dopo e prima potremo cominciare a parlare di ricostruzione. L'importante è che l'abbattimento del moncone che presenta "criticità" avvenga "nel più breve tempo possibile", perché rappresenta "una fonte continua di preoccupazione".

L'INCHIESTA - Proseguono intanto le indagini sulle cause della tragedia, in cui sono morte 43 persone.

Su ordine della procura, la Guardia di finanza si è presentata oggi negli uffici di Autostrade per l'Italia per acquisire materiale utile all'inchiesta.

Anche l'Anac - l'Autorità nazionale anticorruzione - ha chiesto alla società l'invio degli atti necessari alla manutenzione del viadotto della A10 approvati dal Cda.

Gli accertamenti sarebbero legati, come anticipato dal presidente Raffaele Cantone, a "una più generale questione di disparità tra investimenti programmati e realizzati".

(Unioneonline/F)

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