"Per un istante ho pensato: sono morto. Invece Santa Barbara mi ha salvato. Sono caduto giù dal ponte, ho fatto un volo di molte decine di metri, non so quanti, trenta, quaranta forse, la mia auto è praticamente esplosa, ma io sono qui, e lo posso raccontare".

Davide Capello, 33 anni, nuorese, vigile del fuoco e calciatore (ex portiere del Cagliari, oggi della squadra di promozione ligure Legino) è un miracolato.

Come sta?

"Sono sotto choc. Ma abbastanza bene, posso parlare, dire cosa mi è successo, sono ricoverato all'ospedale Villa Scassi per controlli. Mi sta telefonando il mondo, ho la stanza piena di giornalisti che mi vogliono intervistare".

A che ora si trovava su quel maledetto ponte?

"Erano le 11.30 circa, stavo andando da Savona - dove vivo e lavoro da cinque anni - a Genova, per fare commissioni".

Quando all'improvviso...

"Ho visto la strada crollare, è mancata sotto le ruote, ho sentito un rumore sordo, spaventoso, sono precipitato con la macchina per un tempo che mi è sembrato infinito".

Era solo? Si è reso conto di cosa stava accandendo?

"Sì, ero solo. Non mi sono accorto di nulla, è capitato in un attimo. Si sono aperti gli air-bag, si sono rotti tutti i finestrini, sono atterrato senza capire bene cosa fosse successo".

Cosa ha pensato?

"Che stavo morendo".

È svenuto?

"No, sono rimasto sempre vigile".

E quando si è ritrovato a terra cosa ha fatto?

"Ho avuto moltissima paura, non capivo a che altezza ero, pensavo di essere sospeso nel vuoto, e temevo che mi cadesse qualcosa addosso, che ci fossero ulteriori crolli".

Si è liberato da solo?

"Sì, sono riuscito a uscire dall'auto dal lunotto posteriore, che si era frantumato in mille pezzi. Allora ho chiamato subito i miei colleghi vigili del fuoco".

L'hanno tranquillizzata un po'?

"Mi hanno detto che la cosa più importante era stare calmo e di non muovermi, poi mi hanno messo in contatto con il comando di Genova, e in pochissimo tempo sono arrivati i soccorsi. Mi hanno caricato su un'ambulanza e portato via".

Era passato altre volte su quel viadotto?

"Sì sì, era una strada che facevo spesso, anche una volta alla settimana. È sempre trafficatissima, collega l'Italia alla Francia".

Ha mai pensato che fosse pericolosa?

"Assolutamente no. Cose del genere non dovrebbero mai capitare. È tutto così assurdo".

Ha sentito la sua famiglia?

"Ho chiamato subito mio padre per dirgli che ero vivo. I miei genitori stanno arrivando qui dalla Sardegna, prenderanno la nave. La settimana scorsa ero in vacanza, un po' da loro a Nuoro e un po' da mia sorella a Cagliari".

Che programmi aveva per Ferragosto?

"Dovevo lavorare, ero di turno. Ora spero di tornare in servizio al più presto, vorrei andare a dare una mano sul luogo della tragedia".

Cristina Cossu

IL CROLLO:

LE IMMAGINI DELLA TRAGEDIA:

Genova, il crollo del ponte Morandi
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Si parla di 35 morti
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Si contano 15 feriti
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I soccorritori hanno estratto dalle macerie quattro feriti
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"Le vittime sono destinate ad aumentare"
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Una cinquantina le persone sfollate
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Tra i sopravvissuti anche un sardo residente a Savona
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Il bilancio delle vittime è provvisorio
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I soccorsi
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L'ipotesi è di un cedimento strutturale (foto Ansa)
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LE REAZIONI DALL'ITALIA E DAL MONDO:

LA SOLIDARIETÀ DELLA GIUNTA PIGLIARU:

LA STORIA DEL PONTE:

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