Un cambiamento che sembra minimo, ma che invece dal punto di vista teologico è cosa non da poco.

Da novembre cambia la traduzione italiana del "Padre Nostro", una delle preghiere più famoso che si recita ogni domenica a messa. Cosa che Francia e Spagna hanno già fatto.

Non più "non indurci in tentazione", ma "non abbandonarci alla tentazione".

La proposta è stata definita dalla Cei, che da 30 anni lavora per definire la migliore interpretazione possibile della preghiera, e a novembre dovrebbe arrivare l'ok della Santa Sede.

D'altronde è noto come la pensi sul tema Papa Francesco, che è tornato sull'argomento durante l'incontro con i giovani al Circo Massimo. "Può Dio indurci in tentazione?", ha spiegato il Santo Padre.

"Può dio ingannare i suoi figli? Certo che no. Infatti una traduzione più appropriata è: 'Non abbandonarci alla tentazione. Trattienici dal fare il male, liberaci dai cattivi pensieri'", ha affermato.

"A volte - ha aggiunto Bergoglio - le parole, anche se parlano di Dio, tradiscono il suo messaggio d'amore. A volte siamo noi a tradire il Vangelo".

(Unioneonline/L)
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