Consob era a conoscenza della grave situazione di crisi in cui si trovava Banca Etruria fin dal dicembre del 2013.

La Commissione nazionale per le società e la Borsa era stata informata mediante documenti e informazioni ricevute dalla Banca d'Italia; per questo le sanzioni comminate ad amministratori e sindaci per le supposte mancate informazioni contenute nel prospetto dell'aumento di capitale di fine 2013 sono frutto di un procedimento avviato tardivamente.

Sono queste le motivazioni con cui la Corte d'Appello di Firenze ha annullato alcune disposizioni emesse dall'authority di Borsa nel 2017 in riferimento all'istituto di credito, posto poi in liquidazione coatta amministrativa nel 2015.

Sul caso è intervenuto il Codacons con una nota, in cui l'associazione afferma che la Consob "sarà chiamata a risarcire i risparmiatori truffati".

"Con tale sentenza i giudici mettono nero su bianco quanto già emerso nel corso delle indagini sia del Codacons, sia della magistratura. Non può non ravvedersi un nesso tra i gravi ritardi nell'attività di vigilanza degli organi preposti e le perdite economiche subite dai risparmiatori di Banca Etruria", ha commentato il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi.

"In tal senso - aggiunge - il Codacons promuoverà nelle prossime settimane una causa risarcitoria contro Bankitalia e Consob, alla quale potranno aderire tutti gli investitori che a causa delle crisi bancarie hanno perso i propri risparmi".

(Unioneonline/F)

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