Dopo aver negato, nel corso del recente summit bilaterale di Helsinki, di aver vinto le elezioni presidenziali grazie all'ingerenza russa, facendo poi un clamoroso dietrofront cambiando versione, Donald Trump arriva addirittura a chiamare in causa Vladimir Putin, ritenendolo "personalmente responsabile" del piano per destabilizzare la campagna elettorale del 2016.

Insomma, un'altra vera e propria marcia indietro, arrivata - nel corso di un'intervista alla Cbs - anche in seguito ai malumori sorti nello stesso ambiente repubblicano, secondo cui The Donald sarebbe stato eccessivamente accomodante con il leader di Mosca.

Non sembra un caso, inoltre, l'arresto di Mariia Butina, cittadina russa accusata di avere provato a influenzare in segreto delle organizzazioni politiche americane a vantaggio della Russia, di cui si è avuta notizia proprio nelle ore successive all'incontro fra Trump e Putin in Finlandia.

"Un provvedimento che mira a minimizzare gli effetti positivi del summit" tra i due leader, ha commentato lapidaria la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Secondo le autorità Usa, Butina avrebbe agito "come agente straniero" di Mosca della Russia, "sviluppando relazioni con persone Usa e infiltrandosi in organizzazioni che hanno influenza sulla politica americana".

Su tutte, la National Rifle Association, ovvero la potente lobby delle armi statunitense.

(Unioneonline/l.f.)

"RUSSIAGATE? MI SONO SPIEGATO MALE":

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