Robert Mueller - il superprocuratore che sta indagando sul Russiagate - ha incriminato 12 agenti dell'intelligence di Mosca per gli attacchi hacker al comitato nazionale dei democratici durante le elezioni presidenziali del 2016, vinte poi dall'attuale capo di Stato Donald Trump.

Lo ha annunciato il vice ministro della Giustizia, Rod Rosenstein, in una conferenza stampa convocata a Washington.

Rosenstein ha spiegato che i 12 incriminati, tutti membri del Gru, il servizio di intelligence militare russo, sono accusati di aver rubato documenti dei democratici, che poi sono stati pubblicati, inserendo nel network del comitato una serie di codici per azioni di hackeraggio.

Il Gru sarebbe quindi secondo gli inquirenti dietro alle entità, che agivano sulla rete con i nomi in codice Guccifer 2.0 e DCLeaks - presentandosi in modo fittizio come "hacktivist" americani - che hanno poi diffuso, usando i social media, alcuni documenti di Hillary Clinton e dei democratici.

Nell'atto di incriminazione, si afferma che i 12 agenti sono sospettati di "essersi inseriti nei computer"

dei democratici con l'intento di "rubare documenti e diffonderli con l'obiettivo di interferire nelle elezioni", ha detto Rosenstein.

L'attacco sarebbe stato effettuato attraverso l'inserimento di centinaia di "malware" nel sistema informatico dei

democratici.

In totale sono 32 le persone incriminate da Mueller, compresi ex funzionari e consiglieri di Trump, tra i quali Paul Manafort che dalle scorse settimane è in carcere in Virginia in attesa di essere processato per accuse non collegate ad attività svolte come presidente della campagna elettorale del magnate newyorchese.

(Unioneonline/F)

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