La Procura di Cagliari e i carabinieri del Nucleo dell'Ispettorato del Lavoro hanno ricostruito un sistema illecito grazie al quale un presunto sodalizio criminale formato da sardi e stranieri incassava denaro procurando a migranti extracomunitari la possibilità di restare nell'Isola procurando loro un lavoro e un domicilio fittizi.

Gli immigrati provenivano da Bangladesh, Pakistan, India e Africa e ciascuno di essi sborsava circa mille euro.

Venticinque le persone accusate dai pm Enrico Lussu e Danilo Tronci a vario titolo di associazione per delinquere e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Figura principale sarebbe Sabrina Giacomini, 53 anni, figlia del 78enne Giancarlo, in passato "mago" di una certa notorietà e a sua volta coinvolto in questa vicenda, seppure per un ruolo minore (avrebbe finto di essere datore di lavoro di un extracomunitario).

L'inchiesta era stata avviata quando Simonetta Farci, componente del gruppo, aveva deciso di denunciare tutto.

Giacomini è ritenuta capo promotore e organizzatore del sodalizio criminale: procurava i finti datori di lavoro, le abitazioni e i documenti falsi.

Gli altri indagati: Stefania Addari, Giovanni Cantarelli, Alessandro Gugliandolo, Roberto Metta, gli stranieri Raj Kumar, Shahimur Gazi, Tarok Choan e Hossain Kabir, Piergiorgio Pibia, Maria Grazia Lella, Roberto Simoni, Kane Ndama Loum, Alessandro ed Emanuela Becini, Francesco Secci, Gianfranco Marongiu, Efisio Serra, Simona Muscatello, Davide e Cristian Desogus, Graziella Ritano e Giampiero Sensibile.
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