La Grosse Koalition che ha portato alla Cancelleria tedesca Angela Merkel si spacca sulla questione migranti.

E secondo i maliziosi c'è lo zampino del nostro ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Ieri - cosa molto rara - il Bundestag ha sospeso i lavori d'aula a metà giornata per pemettere un riunione tra i gruppi parlamentari conservatori, ormai ai ferri corti.

La Csu (Unione Cristiano-Sociale) capeggiata dal ministro dell'Interno Horst Seehofer vuole imporre una linea intransigente sui migranti, rivedendo la politica d'asilo della Cancelliera e respingendo alla frontiera i migranti che arrivano in Germania ma sono stati precedentemente registrati in un altro Paese. Un piano in 63 punti, quello dell'omologo di Salvini, che rivoluzionerebbe la politica d'accoglienza di Berlino.

E la Cdu (Unione Cristiano-Democratica) di Merkel rifiuta le misure draconiane del ministro in nome del diritto e del principio di solidarietà europea.

Ieri è fallito un tentativo di mediazione perché la Csu ha opposto un netto rifiuto, chiedendo di "mettere immediatamente in campo la regolamentazione per il respingimento alle frontiere".

Le prime pagine dei giornali tedeschi sono tutte incentrate su questa crisi, e in molti ipotizzano anche una caduta dell'esecutivo di Angela Merkel.

Il tutto mentre Seehofer pare muoversi sempre più in autonomia: ha annunciato un asse con Vienna e Roma sullo stop agli ingressi irregolari e sul controllo delle frontiere esterne (anche quelle italiane, quindi), cosa che ha irritato non poco la Cancelliera, a cui resta il sostegno del suo partito.

Salvini proprio nei giorni scorsi si è sentito con il suo omologo tedesco e ha annunciato che "si sta creando un asse per difendere le frontiere a partire dal Mar Mediterraneo".
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