Il nuovo governo spagnolo che si è formato dopo le dimissioni di Mariano Rajoy abbandona il pugno duro contro la Catalogna e cerca una soluzione più morbida per risolvere la crisi separatista innescata dal referendum sull'indipendenza dello scorso 1 ottobre.

Il nuovo esecutivo guidato dal socialista Pedro Sanchez ha già intrapreso un riavvicinamento con i separatisti. Il primo ministro incontrerà presto Quim Torra, capo del governo catalano, e ha già revocato il controllo di Madrid sulle spese dell'esecutivo di Barcellona che era stato istituito da Rajoy.

Per il nuovo governo è inoltre "urgente" modificare la Costituzione spagnola per risolvere la crisi. È quanto affermato dal ministro della Politica territoriale Meritxell Batet: "Una revisione della Costituzione del 1978 è urgente, fattibile, e desiderabile, perché abbiamo bisogno di superare la crisi istituzionale che stiamo vivendo, che riguarda la Catalogna ma è fondamentalmente una crisi di Stato che colpisce tutti gli spegnoli".

I socialisti chiedono una riforma che rafforzi il decentramento del Paese, composta già da 17 comunità autonome con ampi poteri. Vogliono trasformare il Senato in una Camera delle regioni e rendere più chiaro il sistema di finanziamento delle comunità autonome, che spesso è oggetto di contese e liti tra Stato e regioni.

Un modo per cercare di risolvere con la diplomazia ciò che Mariano Rajoy non è riuscito a risolvere col pugno duro.

Tuttavia per l'esecutivo spagnolo, sostenuto da una minoranza in entrambi i rami del Parlamento, sarà molto difficile far passare la revisione della Costituzione.

(Unioneonline/L)
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