Secondo il tribunale del Riesame non ci sono prove che Pamela Mastropietro - la 19enne romana uccisa e fatta a pezzi lo scorso 30 gennaio nel Maceratese - abbia subito violenza sessuale da parte di Innocent Oseghale.

Il pusher nigeriano di 29 anni resta comunque in carcere con l'accusa di omicidio e distruzione e occultamento di cadavere.

Il Riesame ha dunque respinto il ricorso presentato dalla procura per applicare la custodia cautelare anche per quel reato.

La procura resta invece convinta che il nordafricano l'abbia uccisa dopo averla costretta a un rapporto sessuale, approfittando dello stato di confusionale della giovane dovuto al consumo di droga.

Un'ipotesi, considerata "seria" ma priva di sufficienti indizi, che non aveva convinto il gip, che aveva perciò ammesso la detenzione preventiva per il solo reato di omicidio volontario.

Si sono invece le alleggerite le posizioni degli altri due nigeriani coinvolti nel caso, Lucky Awelima e Desmond Lucky, arrestati inizialmente per concorso con Oseghale per omicidio, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere.

Cadute queste accuse, i due uomini restano in carcere per spaccio di eroina.

(Unioneonline/F)

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