La terza città della Sardegna, dopo Cagliari e Sassari, ha un'amministrazione comunale che la governa o è territorio di nessuno? Se lo chiedono i cittadini, imbufaliti per lo stato in cui versa la città, e lo fanno attraverso mail e messaggi alla redazione web.

Parliamo di Quartu Sant'Elena, 70mila abitanti circa e un vastissimo territorio che racchiude un interessante centro storico circondato da un semicentro e, a ridosso, "periferie che definire degradate è poco". Non a caso qualcuno scrive che "sembra Terzo mondo".

La strada principale, quel viale Marconi che parte dal semaforo tra la 125 e la 554 e continua sulla via Sicilia per proseguire per via Cagliari - strada obbligata per entrare in città e/o continuare per il capoluogo - è un pessimo biglietto da visita per Quartu nei confronti di chi entra ed esce dalla città, "ma anche per tutti noi che ci viviamo".

Un susseguirsi di buche-voragini costringe gli automobilisti a pericolosi slalom tra auto parcheggiate ai lati della strada, al fine di evitare di finirci dentro o in alternativa prenderle in pieno, causando incidenti o danneggiando le auto.

"E che dire di chi va in bici o in moto?", si chiede un lettore quartese.

La situazione non migliora percorrendo la via Brigata Sassari: sembra che un torrente in piena abbia solcato l'asfalto in senso trasversale e longitudinale per tutta la carreggiata. Così anche la via Marconi per chi entra da Cagliari e va verso la 554. E la via Eligio Porcu, un tempo via commerciale molto ben frequentata, idem per viale Colombo e non solo.

Ma c'è anche un paradosso. In città si può parcheggiare ovunque senza pagare un euro. "È così da due anni", dice una negoziante di piazza Sant'Elena. "Strisce blu, bianche o gialle non importa: possiamo parcheggiare dove ci pare e nessuno dice nulla".

Possibile che non si possa istituire un servizio per la riscossione dei parcheggi sulle strisce blu e utilzzare il ricavato per sistemare il manto stradale? Se lo chiedono i negozianti, se lo chiedono i cittadini. Sarà pure il conto della serva, ma sembra chiaro che i cittadini sarebbero più felici di pagare il parcheggio e percorrere le vie in tutta sicurezza e nel decoro, non nel degrado.

E di degrado si parla anche nelle periferie, "invase da sterpaglie, zecche e topi, nell'assenza totale di illuminazione e senza i servizi essenziali di trasporto, con intere famiglie ridotte a vivere come fuori dal mondo".

Come si fa a lasciare una città in queste condizioni?, è il coro unanime di chi scrive alla redazione.

Quartu è una città che da dormitorio dei cagliaritani di una ventina d'anni fa potrebbe diventare un piccolo gioiello, "se solo ci fosse un'amministrazione che non pensa soltanto all'ordinario ma che fa progetti, che punta a migliorare e valorizzare il proprio territorio con i suoi chilometri di spiaggia bella e incontaminata, che promuove le tradizioni culturali, compreso il folk - che vanta una lunga storia nell'Isola -, le attività artigianali" e molto altro che di buono c'è.

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BUCHE, IL VIDEO DI UN LETTORE:

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I RESIDENTI: "UN DISASTRO":

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