Il tribunale di Torino ha condannato in primo grado a due anni di reclusione Nicola Galizia, l'istruttore di Tito Traversa, morto a 13 anni - promessa dell'arrampicata - durante un incidente sulle montagne di Orpierre, in Provenza.

Il fatto risale al 3 luglio 2013.

Sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto sia il responsabile della scuola di arrampicata Luca Gianmarco (la gita in Francia era stata organizzata dal solo Galizia), sia Carlo Paglioli, legale rappresentante della Aludesign, società produttrice dei gommini dei moschettoni utilizzati dalla giovane vittima.

Moschettoni che erano stati montati male da una compagna di corso del 13enne e che l'istruttore non aveva controllato.

Tali dispositivi cedettero e Traversa cadde nel vuoto.

Il pm Francesco La Rosa aveva chiesto la condanna di Paglioli a 4 anni di carcere per omessa cautela, poiché non erano state inserite le istruzioni del montaggio insieme ai gommini.

Dopo la lettura della sentenza, il padre del ragazzino, Giovanni Traversa, ha dichiarato che il figlio "è morto a causa di un concatenarsi di responsabilità di cui solo una parte è stata dichiarata con la sentenza odierna. Mancano all'appello tutta una serie di responsabilità che grazie ad una serie di fattori non sono state sinora prese in considerazione dalla giustizia".

Inoltre, secondo il genitore, si sono verificati dal giorno della tragedia "una serie di inceppi nella giustizia che hanno consentito l'impunità di alcune figure" e il giudice "si è trovato a dover giudicare su basi molto diverse dalla realtà".

(Unioneonline/F)
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