Sei anni di carcere per il padre, accusato di istigazione al suicidio e maltrattamenti fino alla morte, e due anni e sei mesi per la madre, per l'ipotesi di reato di maltrattamenti fino alla morte.

Sono queste le richieste di condanna della pubblica accusa nei confronti del padre e della madre di una 16enne che, la mattina del 17 giugno 2014, a Forlì, si tolse la vita gettandosi dal tetto del suo liceo.

Prima di uccidersi, la ragazza aveva registrato un audio in cui rivolgeva pesanti accuse ai genitori, soprattutto al padre, perché - a detta sua - responsabile di averla portata alla decisione estrema.

È da lì che aveva preso avvio il procedimento giudiziario al tribunale della città romagnola: la pm Sara Posa, dopo aver ricostruito la vita della ragazza, una studentessa modello, ha parlato dei rapporti della coppia con la figlia, definendoli un "comportamento genitoriale disfunzionale" tra vessazioni, dinieghi e l'isolamento dalle coetanee.

Secondo l'accusa, quei rapporti sarebbero peggiorati quando la ragazza avrebbe cercato di reagire e, per tutta risposta, sarebbe stata isolata anche in famiglia. Infine, sempre secondo l'accusa, i genitori erano consapevoli di quello che il loro comportamento stava generando ma non hanno fatto nulla per migliorare la situazione.

(Unioneonline/D)
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