Sono lontani anni luce i toni concilianti e pacifici delle ultime settimane. Pyongyang torna ad attaccare gli Stati Uniti e Donald Trump.

"Non rinunceremo mai al nucleare in cambio di aiuti economici e interscambio commerciale con gli Usa. Se fosse basato sulla richiesta unilaterale di rinunciare agli armamenti nucleari, il summit del 12 giugno tra Trump e Kim Jong-un non avrebbe senso", recita il comunicato della Kcna, l'agenzia di stampa del regime nordcoreano.

Pyongyang, ha dichiarato invece il ministro degli Esteri Kim Kye-gwan, "non è interessata ad avere colloqui sul nucleare che ci spingono in un angolo e ci costringono a rinunciare all'arsenale atomico".

E se la proposta di Washington dovesse essere questa "sarebbe inevitabile riconsiderare come rispondere al prossimo summit con gli Usa".

Kim ha chiesto dei negoziati "sinceri", e vuole che venga accantonato il metodo di denuclearizzazione in "stile Libia", dato che a Tripoli il nucleare era in fasi preliminari, mentre Pyongyang può già disporre di un arsenale.

"È stato detto che gli Usa ci danno compensazioni e benefici economici se abbandoniamo il nostro nucleare, ma noi non abbiamo mai cercato sviluppo economico puntando su un accordo del genere con gli Usa".

Lo storico vertice del 12 giugno a Singapore, insomma, è sempre più in dubbio. Già ieri la Corea del Nord aveva aspramente criticato le esercitazioni militari congiunte Seul-Washington.

(Unioneonline/L)

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