Aveva perso entrambe le gambe per congelamento sull'Everest: 43 anni dopo, a pochi mesi dalla revoca nepalese del divieto di scalata per le persone che hanno subito doppia amputazione, l'alpinista cinese Xia Boyu ha realizzato il suo sogno: salire sulla vetta più alta del mondo.

Con l'aiuto delle protesi, il 69enne ha raggiunto la cima a 8.848 metri di altitudine, dopo quattro tentativi falliti.

Ha affrontato la spedizione insieme a sette compagni.

Nel 2017 per motivi di sicurezza il governo nepalese aveva vietato le scalate sulle sue montagne per chi ha entrambi gli arti amputati e per i non vedenti, ma la decisione è stata ribaltata ad aprile dalla Corte suprema, che ha annullato il provvedimento, definendolo discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità.

Il primo tentativo di Xia di scalare l'Everest risale al 1975, quando si cimentò nell'impresa con una squadra sostenuta dal governo cinese: a 8mila metri il team fu costretto a terminare la spedizione a causa di una tempesta.

In mancanza d'ossigeno ed esposto a temperature polari, l'alpinista subì gravi congelamenti e perse entrambi i piedi.

Poi nel 1996 entrambe le gambe gli furono amputate poco al di sotto delle ginocchia in seguito alla diagnosi di tumore.

L'alpinista tornò poi ai piedi dell'Everest nel 2014, ma una valanga costata la vita a 16 sherpa portò alla cancellazione della stagione di scalate.

Il quarto tentativo risale all'anno successivo, quando però un violento sisma colpì il Nepal portando nuovamente all'annullamento della spedizione.

Infine, nel 2016, il maltempo lo costrinse a tornare indietro a soli 200 metri dalla vetta.

Ora Xia Boyu ha potuto finalmente coronare il suo sogno.

(Unioneonline/F)

***

IL VIOLINO CHE IMITA GLI ANIMALI - VIDEO:

© Riproduzione riservata