La grande festa di Sant'Efisio è anche un labirinto di emozioni, suoni voci e rimandi storici evocati dai nomi dei tantissimi protagonisti. Una festa disegnata all'insegna della fede religiosa e avvolta da un'invisibile atmosfera mistica che rende la processione un unicum in Italia e nel mondo.

Il protagonista principale, naturalmente è lui, Efisio , Efis per tutti i cagliaritani.

Nacque ad Elia Capitolina verso la metà del III secolo. Di madre pagana, orfano del padre, si arruolò nell'esercito romano dell'imperatore Diocleziano, il più spietato persecutore dei cristiani, e fu inviato in Italia a combattere i seguaci di Cristo. Inviato in Sardegna per piegare i barbaricini, ostili al potere romano, riportò importanti vittorie.

Ma come San Paolo sulla via di Damasco, Efisio fu illuminato dalla potenza divina da lui osteggiata che gli apparve sotto forma di croce splendente.

Da quel momento si dedicò alla diffusione della sua nuova fede. Fu decapitato il 15 gennaio 303 e poco prima di morire chiese a Dio di proteggere Cagliari e i suoi abitanti. I sardi lo invocarono per far cessare l'epidemia di peste del 1656. La Municipalità promise che, se Sant'Efisio avesse esaudito la richiesta, cosa che avvenne, si sarebbero svolti ogni anno dei festeggiamenti in suo onore.

Senza necessariamente voler fare una gerarchia dei personaggi che animano la festa, non c'è dubbio che l' Alternos sia un'altra figura centrale del Sant'Efisio di Maggio. Quando Cagliari era sede viceregia, alla processione votiva non mancava il vicerè in persona che assisteva alla Messa solenne del mattino, scortato dai miliziani a cavallo prima di seguire la processione da un balcone, in forma privata.

L'Alternos era il suo delegato per i quattro giorni di Sant'Efisio fuoriporta . Scelto dal sindaco in rappresentanza dell'amministrazione comunale, sfila a cavallo e scioglie ogni anno la promessa fatta dalla comunità al Santo guerriero. Indossa frac, cilindro e marsina e porta le insegne della municipalità: fascia tricolore e Toson d'oro, il medaglione donato nel 1679 dai re spagnoli al Comune di Cagliari. Come due ombre, accanto a lui sfilano con indossa un'elegante livrea del Seicento i Mazzieri , che hanno il compito di scortare l'Alternos.

Alla guida del giogo dei buoi nei quattro giorni del viaggio di Efisio c'è Su Carradori , una figura avvolta in un'aura quasi leggendaria che risale fin dalle origini della processione votiva alla famiglia Lecca, che viveva a Stampace. Giubba arancio, come quella dei miliziani, durante la processione su carradori "butta" un occhio al percorso e un altro ai buoi che avanzano tra la folla. È come un regista silenzioso, quindi, che conosce i ritmi e i tempi del cammino del Santo e dei fedeli.

Durante la processione, la "sicurezza" del Santo è affidata ai Collaterali : si tratta di due uomini, nominati ogni anno tra i confratelli, per proteggere il simulacro tra Cagliari e Nora e ritorno. Sono loro che ogni tanto fanno fermare la carrozza del Santo affinché i fedeli possano gettare nella teca preghiere e offerte.

Non esiste Festa di Sant'Efisio senza MilizianiCavalieri . i primi rappresentano i gendarmi che in passato scortavano il cocchio. Armati di sciabola e fucile, indossano ancora oggi fieri la divisa seicentesca, con la berrita in panno rosso a forma di cilindro allungato, corpetto analogo con alamari neri e bottoni dorati, gonnellino nero, calzoni e gambali. I secondi, invece, partecipano alla processione stando in sella a cavalli addobbati con ghirlande e fiocchi di vari colori. Partecipano alla processione dal 1886, anno in cui le reliquie di Sant'Efisio tornarono da Pisa in un trionfo di folla straordinario.

Ogni anno la processione ha un responsabile dell'organizzazione che prende il nome di Terzo Guardiano ed è il rappresentante ufficiale della manifestazione. A sua disposizione, per scortarlo nel tragitto, ci sono quelli che i cagliaritani chiamano Is Dottoris : sono la Guardiania, 23 confratelli eleganti e impeccabili nel loro frac nero, con cilindro e fascia azzurra sui fianchi, che ogni anno chiedono di svolgere questo ruolo al presidente dell'Arciconfraternita.

Il loro compito è quello di scortare a cavallo il Santo nel suo passaggio in città fino alla Semoleria, in uscita del corteo da Cagliari. Quando comincia il vero pellegrinaggio religioso verso Nora. Seguono inoltre il Santo il tutte le soste, al colo l'insegna e la fascia ai fianchi, fino alla sera de 4 maggio quando, risaliti a cavallo e rindossati frac e cilindro, scorteranno il cocchio con Sant'Efisio nuovamente a Stampace.

Il Decano invece rappresenta l'arcivescovo di Cagliari in carica che, insieme ai sacerdoti, segue il Santo accanto al presidente dell'Arciconfraternita e al parroco della chiesa di Sant'Efisio.

La lunghissima storia e tradizione della Festa di Efisio si arricchisce di gruppi folk e migliaia di persone vestite in costume che rappresentano la parte più colorata della manifestazione. Soprattutto agli occhi dei visitatori stranieri, lo spettacolo del primo Maggio è un corteo unico nel suo genere per il «fulgore dei costumi e i mille prodigi di bellezza e di colore delle nostre usanze», scrisse Paolo De Magistris, ex sindaco di Cagliari. Quest'anno i Gruppi folk saranno circa un centinaio e provengono dal quasi altrettanti Comuni della Sardegna.

In qualche misura, anche le Traccas vivono questi giorni almeno da protagonisti. I carri trainati da un giogo di buoi, infatti, in uso una volta nei paesi del Campidano, il Primo maggio sfilano addobbati con i frutti dei campi e i prodotti tradizionali della gastronomia della Sardegna.

Mauro Madeddu

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