Scientology è una setta. "Chi lo dice non ci conosce. Chi invece sa cosa facciamo spende per noi solo belle parole".

Chiama la redazione de L'Unione Sarda, Nicola Oi, 33enne di Monserrato, presidente della chiesa Scientology della Sardegna, per precisare e ribadire che "non potete parlare di Scientology solo in termini negativi, come quando scrivete che Tom Cruise e John Travolta, entrambi scientologist, si azzuffano per chissà quale faida".

Secondo Oi si parla di cose negative solo per sminuire Scientology, che "in Sardegna - spiega - è presente da anni e attualmente conta tre sedi: Cagliari, Olbia e Nuoro, "con circa 300 fedeli".

Non tutti pensano bene di questa "chiesa".

"La mia esperienza, in genere, è di poche persone, in poche circostanze, che hanno espresso pareri sfavorevoli dettati dal non aver conoscenza in alcun modo di Scientology".

Che significa?

"La parola spiega il cammino che una persona intraprende quando studia e approfondisce le scritture del suo fondatore, Ron Hubbard, ossia l'unione delle parole 'scio' e 'logos', quindi possiamo definire Scientology come lo studio della conoscenza".

Una cerimonia di ordinamento di un ministro
Una cerimonia di ordinamento di un ministro
Una cerimonia di ordinamento di un ministro

Quanti fedeli conta a Cagliari?

"Quelli assidui, che partecipano su base settimanale alle attività della chiesa, sono 100-150, quelli che hanno partecipato ai nostri servizi o che hanno solo letto un libro o che ancora restano fedeli pur non venendo spesso da noi sono intorno ai 17mila in tutta la Sardegna".

Quali sono le basi della vostra religione?

"Innanzitutto l'uomo è un essere spirituale, questo è il valore cardine. Il concetto dell'anima è spostato su ciò che la persona è. Lo spirito, in altre parole, non è inteso come qualcosa che si possiede, ma come qualcosa che si è".

C'è qualche affinità con la religione cristiana.

"Quella prevede la resurrezione della carne: si parla di vita riferendosi a quella di tutti i giorni, più legata a concetti materiali che spirituali. Non che la spiritualità non venga contemplata, ma per Scientology il concetto viene completamente spostato rispetto alla religione cristiana: la persona è un essere spirituale".

Altri principi?

"Non abbiamo i dieci comandamenti, che altro non sono se non un codice morale, ma codici interni, uno è composto da 16 punti, ed etici. Abbiamo un credo e gli strumenti affinché le persone abbiano una guida. 'La via della felicità' è la nostra guida al buonsenso, usata da ogni scientologist".

Preghiere?

"Certo, sono rivolte alla spiritualità stessa, non a Dio o all'essere supremo o all'infinito, ma alla vita, alla spinta a sopravvivere in quanto esseri spirituali".

C'è per voi un essere superiore?

"Sì, ed è espresso in un altro dei principi fondamentali, quello delle dinamiche o spinte alla sopravvivenza, incluse tutte le forme di vita, partendo da se stessi alla famiglia, ai gruppi che si frequentano, fino all'umanità intera e all'essere supremo e infinito o Dio".

Quale Dio?

"Non è personalizzato, non è identificato come uomo ma è un'esperienza alla quale la persona arriva tramite la conoscenza. In questa maniera resta la porta aperta al fatto che l'individuo sia libero di credere al Dio della cristianità e pur sempre godere della conoscenza di Scientology, così come un musulmano può continuare a professare l'islam ma nello stesso tempo approfondire la conoscenza di Scientology".

Quindi non esiste incompatibilità tra una qualsiasi religione e voi?

"No, per nessun motivo. E non c'è neanche attrito, non c'è niente che ci disunisca, altrimenti staremmo negando il concetto delle dinamiche. La settima, per esempio, è quella dello spirito in quanto tale, e ogni religione ha alla sua base una struttura di culto e di studio che altro non vuole se non la creazione di una migliore esistenza andando sui concetti veri dei valori della vita quotidiana. Pochi giorni fa abbiamo avuto ospite un sacerdote, don Aldo Terrin, che ha presentato il suo ultimo libro e che dopo è voluto andare a sentire la messa in cattedrale. Io l'ho accompagnato e sono rimasto con lui, senza problemi 'esistenziali' durante il rito di un'altra religione".

Non siete visti come 'nemici'.

"Non mi è mai capitato questo atteggiamento, attualmente esiste un gruppo inter-religioso che abbiamo fortemente voluto e che promuove una vita più incentrata sugli ideali e sui valori rispetto al tran-tran di tutti i giorni. Partecipano, oltre a noi, un membro dell'unione culturale libanese nel mondo; don Ettore Cannavera; il rappresentante regionale degli Hare Krishna; ha partecipato anche Omar Zaher, portavoce della comunità musulmana per la Sardegna".

Massimo rispetto tra i vari credo?

"Uno dei punti importantissimi per noi dice 'rispetta la fede religiosa altrui', quindi quando parlo con un musulmano non lo faccio con la speranza di convertirlo a Scientology, lo stesso avviene per esempio con don Ettore Cannavera. E neanche loro lo hanno mai fatto con me. È più semplice, comunque, in generale, trovare punti di accordo per una società migliore con i religiosi rispetto a persone di altre estrazioni sociali".

Un matrimonio
Un matrimonio
Un matrimonio

Quali strumenti date ai fedeli?

"Conoscenze riguardo alla comunicazione, l'interazione tra le persone segue queste leggi, quelle delle affinità e dell'accordo tra individui, e si tratta di emanazioni dell'individuo in quanto essere spirituale. Chi è turbato non riesce a relazionarsi al meglio con gli altri".

Avete dei riti?

"Sì, dalla cerimonia battesimale al matrimonio al funerale. Il battesimo ha un senso in quanto accoglienza nella comunità, siamo abituati a farlo ai neonati, per i grandi è sufficiente che comunichino la loro appartenenza a un gruppo. Poi nelle nostre chiese abbiamo celebrazioni ogni domenica, alle quali partecipano 100-150 persone".

Quali sono i momenti fondamentali?

"Uno è quello della conoscenza, non c'è un maestro ma si acquisiscono le informazioni direttamente dalla lettura delle scritture; altro momento, che è il cuore della nostra religione, è quello dell''auditing', dal verbo audire, ascoltare, ed è l'attività che il ministro svolge col fedele, singolarmente, e tramite la quale si trovano i traumi spirituali per liberarsi dalle ombre che impediscono di raggiungere la pace interiore e le risposte che si vogliono dalla vita".

Il terzo?

"Importantissimo, altrimenti non potremmo parlare di miglioramento sociale: è quello di darsi da fare affinché anche altre persone possano godere di una vita migliore, attraverso campagne sociali per esempio per la prevenzione all'uso di droga, per la divulgazione della dichiarazione universale dei diritti umani e del codice 'La via della felicità', che aiuta i lettori a guardare da sé la propria vita e incentivare i veri valori".

In Italia Scientology non è considerata ufficialmente una religione.

"Ciò che manca è la stipula dei patti lateranensi, per spiegare in modo semplice, ma c'è un ampio orientamento giuridico e accademico, documentato, in cui esperti e giuristi si esprimono riguardo a Scientology definendola come religione".

Qual è la situazione in Europa?

"Ci sono casi come la Spagna, il Portogallo, l'Olanda, la Svezia e l'Inghilterra che hanno già concesso il riconoscimento religioso più ampio".

Si può celebrare un matrimonio con un vostro rito?

"Sì, ma siamo costretti ad andare in Comune".

Gli sposi
Gli sposi
Gli sposi

Perché venite definiti setta?

"Niente di nuovo se guardiamo alla storia dell'uomo, la nostra è una religione che nasce negli anni Cinquanta, quindi è giovane, se si pensa a cosa hanno dovuto subire i cristiani nei primi settant'anni della loro vita, allora ci rendiamo conto che si tratta semplicemente di una tendenza dell'uomo ad attaccare ciò che ancora non conosce adeguatamente".

Ex fedeli parlano di sistema opprimente.

"Il vero motivo per cui lo fanno lo conoscono solo loro. C'è una giurisprudenza al riguardo che ritiene del tutto inaffidabili le testimonianze di apostati, che chiaramente se non avessero avuto dei disaccordi sarebbero rimasti. Ma il punto è: una manciata di 10 persone, 20 persone, rispetto a 10 milioni di praticanti lascia il tempo che trova".

Ma ci sono state interviste, trasmissioni televisive.

"Basti pensare però che una delle persone di cui maggiormente si chiacchiera e che ha fatto trasmissioni contro Scientology, Leah Remini, afferma in un'intervista rilasciata a un'emittente americana di non aver verificato neanche una delle storie che ha mandato in onda. Ecco che allora il tutto rientra nel campo del pettegolezzo e di conseguenza la nostra chiesa se ne occupa marginalmente, abbiamo la certezza e la solidità in merito a tutto ciò che ogni giorno facciamo".

In Sardegna siete mai stati coinvolti in vicende giudiziarie?

"Sì, per esempio a Cagliari un processo che è durato 13 anni e si è concluso in Corte d'appello con l'assoluzione piena dell'imputato, un nostro fedele, perché il fatto non sussisteva. In quel caso chi aveva messo in piedi il tutto si è ritrovato con un pugno di mosche in mano".

Lei come si è avvicinato a questa religione?

"Le prime nozioni le ho imparate quando ero bambino, avevo 7 anni quando mio padre era venuto a conoscenza del libro 'Dianetics' comprandolo in edicola. Si era appassionato ai libri di Ron Hubbard, e io invece mi ero interessato alle precise e dettagliate tecniche di studio proposte da Scientology, usandole poi per tutto il mio percorso scolastico. La mia vita è quella di una persona normalissima, da ragazzino ho giocato a pallone, ho frequentato l'istituto dei fratelli de La Salle, organismo della chiesa cattolica, ho aiutato per tutta l'adolescenza nei gruppi dell'amicizia, ho dato il mio contributo anche nel far conoscere il Vangelo ai ragazzi. E usavo proprio le tecniche di Scientology per aiutarli".

A Cagliari c'è una sede, ma come vi finanziate?

"Ognuno dà un suo contributo, ci auto-finanziamo".

Ci sono persone che lavorano solo per Scientology?

"Io, per esempio. Lo staff della chiesa ha un impegno preponderante rispetto al resto della vita, ma nessuno di noi fa esclusivamente questo. Si tratta di una missione, crediamo in quello che facciamo. Io i miei guadagni personali li traggo da un'altra attività, quella di pubblicitario".

LE PAROLE DI DON ALDO NATALE TERRIN:

(Unioneonline/s.s.)
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