Nel corso di un'operazione della questura e della procura di Torino sono state arrestate sette persone sospettate di aver scatenato il panico il 3 giugno scorso in piazza San Carlo, nel capoluogo piemontese. Altre tre sono state sottoposte a obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Nei disordini avvenuti nella sera della finale di Champions League tra Juventus-Real Madrid, rimasero ferite oltre mille persone e una donna di 38 anni, Erika Pioletti, morì dopo 12 giorni di agonia in ospedale.

Al centro dell'operazione delle forze dell'ordine c'è una banda di giovani magrebini che spruzzò dello spray urticante per mettere a segno delle rapine. Una banda specializzata in questo tipo di crimini.

Quella sera in piazza, secondo chi indaga, c'erano sicuramente almeno quattro dei dieci raggiunti dai provvedimenti giudiziari. Provvedimenti che non sono legati ai soli tragici fatti di quella sera della finale di Champions, ma anche ad altri episodi di rapina.

Uno di loro, appena 20 anni, cittadino italiano, ha confessato. Negli appartamenti dei ragazzi sono state trovate collanine, orologi e catenine appartenenti ai tifosi scesi in piazza quella sera.

I quattro che erano in piazza San Carlo sono tutti in carcere: i reati ipotizzati sono rapina, lesioni e omicidio preterintenzionale relativamente alla morte di Erika Pioletti.

A coordinare le indagini sono il procuratore Armando Spataro e i pm Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacileo.

Ieri era stata annunciata la chiusura delle indagini sulle responsabilità politiche della tragedia. Tra i 15 indagati anche il sindaco Chiara Appendino e l'ex questore Angelo Sanna.

(Unioneonline/F-L)

QUELLA SERA IN PIAZZA SAN CARLO:

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