"Sono io il responsabile di Facebook, ho sbagliato e sono dispiaciuto". È un vero e proprio mea culpa quello di Mark Zuckerberg, fondatore del popolare social network che, nel corso dell'audizione al Senato Usa, si è assunto tutte le responsabilità per lo scandalo Cambridge Analytica.

"È chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per impedire che questi strumenti fossero usati anche per fare danni, dalle fake news alle interferenze straniere nelle elezioni, dalle incitazioni all'odio alla privacy dei dati. Non abbiamo avuto una visione abbastanza ampia delle nostre responsabilità ed è stato un grande errore, un mio errore", ha aggiunto il Ceo di Facebook, che ha chinato il capo e presentato le sue scuse personali e ufficiali ai senatori statunitensi

Ha promesso "tanti cambiamenti" Zuckerberg, ma allo stesso tempo ha specificato "ci vorrà del tempo per elaborare tutti i cambiamenti che dobbiamo apportare".

Tornando allo scandalo: "Abbiamo chiesto a Cambridge Analytica di cancellare e smettere di usare i dati in loro possesso: ci hanno detto che lo avevano fatto. In prospettiva credergli è stato chiaramente un errore, avremmo dovuto controllare".

Accuse anche a Mosca dal giovane Ceo: "Ci sono persone in Russia che hanno il compito di sfruttare i nostri sistemi e altri sistemi Internet, quindi la nostra è una vera e propria corsa agli armamenti".

Un passaggio sul Russiagate, quando ha detto che alcuni esponenti di Facebook sono stati interrogati dal procuratore speciale Robert Mueller: "Un lavoro confidenziale che non posso rivelare, io non sono stato personalmente interrogato", ha affermato.

Zuckerberg ha inoltre assicurato che "ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook, perché la nostra missione è connettere le persone ovunque nel mondo, riunirle, e per farlo dobbiamo fornire un servizio che tutti possono permettersi".

(Unioneonline/L)

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