Il consigliere Roger Stone, ex advisor del presidente Usa Donald Trump, e il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, si sono incontrati nell'agosto 2016, prima delle elezioni negli Stati Uniti.

Questa, almeno, l'ipotesi su cui sta investigando il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller.

Il vertice segreto potrebbe essere collegato alla diffusione da parte di Wikileaks delle email rubate all'ex rivale di Trump nella corsa per la Casa Bianca, Hillary Clinton, che secondo gli ufficiali americani sarebbero state ottenute da hacker del Cremlino.

"Non ho mai cenato con Assange", si difende Stone (più volte associato al nome del fondatore di Wikileaks) che però avrebbe scritto l'esatto opposto in una mail inviata a un altro collaboratore di Trump, Sam Nunberg.

I COLLOQUI CON RE SALMAN - Mentre si infiamma l'inchiesta sul Russiagate, sul fronte mediorientale il presidente americano ha avuto un colloquio telefonico con il re saudita Salman in cui i due leader hanno parlato delle crisi che affliggono l'area, dal conflitto israelo-palestinese alle guerre in Yemen e Siria.

Re Salman ha ribadito la posizione del regno del Golfo, sottolineando i diritti "legittimi" dei palestinesi ad avere uno Stato indipendente con Gerusalemme come sua capitale: ha poi espresso apprezzamento per una recente dichiarazione della Casa Bianca nei confronti dei ribelli sciiti Houthi in Yemen e ricordato la necessità di trovare una soluzione alla crisi siriana "che soddisfi le aspirazioni del popolo siriano".

Salman ha infine espresso a Trump il suo "ringraziamento e apprezzamento" per il modo in cui il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, è stato ricevuto durante il suo tour negli Stati Uniti, durante il quale si sono svolte "riunioni fruttuose" che hanno portato alla "firma di importanti accordi" che porteranno "beneficio ai due Paesi amici".

(Unioneonline/D)

L'INCHIESTA DEL RUSSIAGATE:

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