È ormai una spirale di tensione, tutta sul piano diplomatico per il momento, quella seguita all'avvelenamento dell'ex spia russa Sergey Skripal e della figlia Yulia nel Regno Unito.

È di poche ore fa la notizia che Mosca ha espulso 60 diplomatici statunitensi e disposto la chiusura del consolato americano a San Pietroburgo, in risposta all'espulsione di altri 60 diplomatici russi dal suolo statunitense.

Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Sergey Lavrov: una reazione, ha detto, "alle azioni assolutamente inaccettabili che vengono prese nei confronti della Russia, sotto la pesante pressione degli Stati Uniti e del Regno Unito, con il pretesto del cosiddetto caso Skripal".

Il primo Paese a espellere i diplomatici russi è stato proprio il Regno Unito, infatti, accusando la Russia di essere responsabile dell'avvelenamento. Decine di altri hanno poi seguito l'esempio di Londra: "Per gli altri - ha proseguito Lavrov - saranno applicate misure simmetriche sul numero di persone che lasceranno la Russia dalle missioni diplomatiche".

Intanto Skripal resta in condizioni critiche ma stabili mentre la figlia Yulia "migliora rapidamente".

(Unioneonline/D)

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