"I poveri non sono miserabili, hanno una loro dignità e vanno rispettati come tutti gli altri esseri umani".

È un concetto banale, ma fa parte dell'appello che don Giorgio Fois - parroco di San Pio X, a Iglesias - è costretto a fare per denunciare, ancora una volta, un fenomeno che ha dell'incredibile: buste di indumenti sporchi e consunti lasciate in chiesa, ma anche generi alimentari ormai scaduti.

Persino i prodotti ittici surgelati, andati a male, ma sistemati nei sacchetti di plastica depositati dentro la parrocchia o nell'area esterna.

Quasi una prassi, che si ripete con una certa frequenza: una, due volte al mese, assicura il parroco del rione Serra Perdosa.

Insomma: la chiesa usata alla stregua di una discarica per liberarsi di ciò che non serve più ma che, per qualche insana ragione, alcuni pensano di poter dare a chi vive una condizione economica precaria.

Ma il fenomeno non è limitato al quartiere del rione più popoloso di Iglesias. Anche nei pressi della parrocchia San Paolo è ricorrente: "Se non proprio indumenti logori, ci lasciano buste contenenti capi di vestiario che nessuno metterebbe più", dice don Francesco Pometti.

E di fronte al "grottino" della Caritas, in centro storico, si notano quotidianamente buste, scatole colme di capi di abbigliamento e scarpe lasciati in terra senza alcuna cura.
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