"Quando ho visto Stefano la prima volta stava 'acciaccato', era gonfio come una zampogna, aveva ematomi sul viso e sugli zigomi, era viola, perdeva sangue da un orecchio, non parlava bene e non riusciva neanche a deglutire. Quando gli ho visto la schiena sembrava uno scheletro, un cane bastonato, roba che neanche ad Auschwitz".

Una deposizione choc, ma neanche tanto per chi ha visto le foto di Stefano Cucchi, il ragazzo di Roma morto il 22 ottobre 2009 all'ospedale Sandro Pertini dopo un arresto per possesso di droga.

Le parole sono di Luigi Lainà, detenuto nello stesso carcere di Stefano all'epoca, e oggi ascoltato come testimone al processo bis sulla morte del giovane, che vede tre carabinieri - Alessio Di Bernanrdo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco - accusati di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità.

C'è anche un'accusa di falso e calunnia, che pende sul capo dello stesso Tedesco con il maresciallo Roberto Mandolini, mentre di sola calunnia deve rispondere il militare Vincenzo Nicolardi.

Il teste Lainà incontrò Cucchi la notte tra il 16 e il 17 ottobre nel centro clinico del penitenziario romano dove entrambi erano detenuti.

"Mi disse che si erano divertiti con lui perché volevano farlo parlare - ha raccontato ai giudici - volevano sapere della provenienza della droga ma lui non parlò, non volle fare la spia. E per questo secondo me è stato un grande".

In particolare, Stefano raccontò a Lainà di essere stato picchiato da due carabinieri in borghese nella prima caserma in cui era stato portato dopo l'arresto: "Noi detenuti sbagliamo e per questo paghiamo col carcere, ma nessuno ha diritto di pestarci", ha detto davanti ai giudici il teste.

"Il racconto è drammatico, anche dal punto di vista emotivo: rivedo il carattere e i modi di fare di mio fratello, e soprattutto la sua sofferenza che per tanti anni è stata nascosta: si è parlato per molto tempo di lesioni lievi, lui invece stava malissimo", è il commento di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. "In questi anni è stato tutto astratto sembrava che mio fratello fosse morto senza una ragione, da oggi si comincia invece a capire cosa è effettivamente successo. Sta emergendo una situazione che per anni è stata nascosta".

(Unioneonline/L)
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