"Sono uscito per vendere marijuana a una persona che mi aveva chiamato. La ragazza l'ho lasciata viva a casa, con Desmond; quando circa 3-4 ore dopo sono tornato, l'ho trovata già dentro le valigie".

Innocent Oseghale - uno dei quattro nigeriani indagati per la morte di Pamela Mastropietro, la 19enne romana il cui corpo è stato trovato smembrato in due trolley a Pollenza, nel Maceratese - ha cambiato nuovamente versione dei fatti.

Lo ha riferito uno dei suoi legali, l'avvocato Umberto Gramenzi, che ha avuto con il 29enne un colloquio in carcere ad Ascoli Piceno alla presenza di un interprete di lingua inglese.

Il pusher, accusato di omicidio, vilipendio, soppressione e occultamento di cadavere, ha ribadito di non aver ucciso la ragazza, scaricando ogni responsabilità su un altro arrestato, Desmond Lucky, 22 anni, e

di non aver partecipato alle operazioni di sezionamento del cadavere.

"Mi ha detto che la ragazza era stesa sul letto, dopo aver assunto eroina, e che, sebbene non stesse bene, si stava comunque riprendendo - ha fatto sapere il legale Gramenzi -. Desmond era invece steso sul divano. Non c'era nessun altro".

Secondo quanto accertato dall'autopsia, Pamela non è morta per overdose ma è stata uccisa con due coltellate.

Per l'omicidio della giovane tossicodipendente sono indagati, oltre a Oseghale e Desmond Lucky, anche Lucky Awelima, 27 anni e un 39enne nigeriano a piede libero.

(Unioneonline/F)

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