Aveva chiesto aiuto sette giorni prima di essere uccisa Jessica Valentina Faoro, la 19enne assassinata a Milano dal tranviere Alessandro Garlaschi, 39 anni, che la ospitava in casa e l'ha colpita a morte una decina di volte con un coltello da cucina.

È quanto riportato dal Corriere della Sera.

All'una di notte del primo febbraio Jessica ha chiamato i Carabinieri: "L'uomo da cui vivo ha tentato un approccio mentre stavo dormendo, venite in via Brioschi 93".

I militari, giunti sul posto, hanno trovato la ragazza in strada: "Devo tornare di sopra a prendere i miei due zaini, non voglio rimanere un minuto di più in quella casa".

I carabinieri sono saliti, nell'appartamento c'era solo Garlaschi, senza la moglie. Non hanno ignorato l'allarme: hanno chiesto alla giovane se avesse bisogno di un posto in cui dormire, l'avevano invitata a telefonare di nuovo in caso di necessità e a sporgere formale denuncia.

Jessica la notte del 1 febbraio in quell'appartamento non ci è tornata. Ci è tornata però nei giorni successivi, in via Brioschi, che sarebbe poi diventata teatro del suo omicidio.

Garlaschi, dopo averla accoltellata a morte, ha avvolto nel cellophane il cadavere e lo ha nascosto sotto il letto in cui dormiva Jessica.

Si giustifica davanti agli inquirenti parlando di "difesa" il tranviere, ma il papà di Jessica - suo collega, anche lui conducente Atm - non ci sta. "Oltre dieci coltellate non sono una difesa. È omicidio, punto", ha dichiarato in un'intervista. "Non me la prendo solo con lui ma anche con la moglie: troppo remissiva, senza carattere. È andata via di casa lasciando solo il marito con mia figlia e sapendo che soggetto fosse ".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata