Si è concluso lo shutdown negli Usa, ovvero la "paralisi" del governo federale, dopo che il presidente Donald Trump ha firmato la legge per il finanziamento temporaneo delle attività federali.

Alla firma si è arrivati dopo l'accordo raggiunto al Congresso ieri sera; la legge è passata al Senato con 81 voti a favore e 18 contrari, mentre alla Camera dei rappresentanti con 266 voti contro 150.

Insomma, democratici e repubblicani al Senato americano hanno raggiunto un accordo per finanziare le attività del governo federale sino all'8 febbraio, mettendo fine allo shutdown parziale scattato quasi tre giorni prima e che ha tenuto lontani dal lavoro centinaia di migliaia di dipendenti federali.

Il presidente Donald Trump ha salutato l'accordo come una grande vittoria.

Vincolo per l'ok dei democratici, che per questo non avevano votato il testo precedente, è che sia trovata un'intesa per la protezione dei dreamer, i 700mila immigrati entrati illegalmente da bambini negli Usa e sinora protetti da un programma dell'era Obama, ma smantellato da Trump.

"Faremo un accordo di lungo termine sull'immigrazione se e solo se sarà un bene per il nostro Paese", ha detto Trump.

La prima conseguenza dell'accordo è stato l'annuncio che il presidente Usa andrà, come era stato previsto, al World Economic Forum di Davos dove è atteso assieme a una nutrita delegazione, guidata dal segretario al Tesoro, Steve Mnuchin.

Trump è il primo presidente americano a prendere parte al forum dal 2000, quando è andato Bill Clinton, e dovrebbe intervenire venerdì per ribadire la sua linea "America First" (l'America per prima).

(Unioneonline/m.c.)

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