"C'era tutta la volontà di collaborare con la magistratura e di dimostrare la sua innocenza", queste le parole dell'avvocato Domenico Di Tano, che assisteva il poliziotto della penitenziaria che si è tolto la vita lunedì mattina in un centro del Frusinate dopo le accuse di presunti abusi sessuali nei confronti della figlia 14enne.

"L'avevo sentito pochi giorni fa - sottolinea il difensore - avevamo parlato della eventuale nomina di un consulente in vista dell'incidente probatorio".

A raccontare degli stupri era stata la stessa ragazzina, che aveva accusato il padre scrivendo un tema a scuola la cui traccia era "Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di dirle": "Sono stata stuprata da papà, la prima volta fu in un giorno in cui non mi sentivo molto bene e non sono andata a scuola. Ogni volta che rimanevo io e lui solo, anche solo per cinque minuti, risuccedeva fino a un totale di sei-sette volte".

Allontanato da casa, l'uomo, un 53enne, non ha retto al peso delle accuse e si è suicidato, impiccandosi all'interno di una chiesa in località Castello, a Roccasecca.

(Unioneonline/s.a.)

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