Non si sono fatte attendere le reazioni in seguito all'intervista esclusiva rilasciata a L'Unione Sarda dall'amministratore delegato dell'Rwm Italia, Fabio Sgarzi.

Com'era ipotizzabile, il rigetto di ogni ipotesi di riconversione e la difesa a spada tratta sull'operato dello stabilimento fatta dal manager bresciano divide le coscienze: se da un lato il Comitato di Riconversione Rwm e le tante associazioni antimilitariste che in questi anni hanno portato la protesta contro la produzione ed esportazione di bombe d'aereo fino al piazzale della fabbrica contestano in toto quanto dichiarato dal dirigente Rwm, dall'altro si mostra compatto il fronte di chi difende l'operato dello stabilimento sostenendo sostanzialmente che un'eventuale chiusura di questo non farebbe certo cessare i conflitti ma metterebbe ancor più in crisi un territorio in cui la fame di lavoro morde con non mai.

"I lavoratori e il territorio si trovano sotto il peso di un ricatto lavorativo", sostiene Arnaldo Scarpa, portavoce del Comitato Riconversione Rwm.

"La riconversione non solo è possibile ma anche doverosa dato che esistono per legge apposti fondi statali utilizzati per diverse riconversioni di aziende belliche soprattutto in Lombardia. La nostra Costituzione rifiuta ogni guerra o sostegni ad essa".

Angelo Cremone (Sardegna Pulita) parla anche a nome di Confederazione Sindacale Sarda, Assotziu Consumadoris Sardegna e Altra Agricoltra quando sostiene che "la difesa sacrosanta dei posti di lavoro non può nè deve affossare le coscienze. In Sardegna non accettiamo di macchiarci di queste colpe".

Sul fronte opposto il sindaco di Domusnovas Massimo Ventura per il quale "L'intervento dell'amministratore delegato non solo ha fatto chiarezza ma, allontanando ipotesi di delocalizzazione della produzione, è servito a spegnere allarmismi sulla eventuale perdita di posti di lavoro".

Ancor più netto l'ex sindaco ed ex dipendente Rwm (prima ancora della Società Esplosivi Industriali) Antonio Farris: "Un'azienda privata non ha alcun obbligo di riconvertire una produzione che risponde al mercato. Le questioni etiche andrebbero incluse in un discorso più ampio in cui a pronunciarsi dovrebbe essere la politica internazionale".

Nino D'Orso, segretario provinciale della Femca Cisl, ben rappresentata all'interno di Rwm, è provocatorio: "Se ci fosse la garanzia del cessare della guerra in Yemen o in altri teatri sarei il primo a firmare per una riconversione".

Focalizzato su lavoratori e famiglie l'intervento di Maria Giovanna Dessì, mediatrice culturale: "Si sente parlare poco dell'eventuale ricollocazione professionale di lavoratori adulti, il mio pensiero va a loro e alle loro famiglie poste al centro di una situazione complessa che andrebbe risolta ad alti livelli".

Argomento complesso e delicato anche per il parroco di Sant'Ignazio (Domusnovas), don Ivano Gelso, per il quale "sia il Signore a indicare la strada nel difficile equilibrio tra mantenimento dei posti di lavoro e conseguenze nefaste della produzione di armamenti".
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