Nessuno avrebbe visto, né sentito nulla che possa aiutare i carabinieri a risalire agli autori del grave gesto compiuto ieri ai danni dell'amministrazione comunale di Iglesias.

Una cosa è certa: qualunque sia il messaggio che l'autore (o gli autori) abbia voluto dare lasciando sotto una macchina di servizio parcheggiata nel garage del Centro direzionale del Comune la testa di un capretto con in bocca una cartuccia carica di fucile, un'altra vuota e una scritta d'auguri indirizzata al sindaco Emilio Gariazzo, alla Giunta e ai familiari, il fatto è molto grave.

Anche perché - e si è appreso solo ieri - a novembre era stato trovato nell'androne del Centro direzionale, un messaggio scritto in una busta contro il primo cittadino.

Atto intimidatorio in piena regola o discutibile - e pertanto da condannare - bravata, saranno gli investigatori a doverlo dire.

Il loro difficile compito sarebbe agevolato se ci fosse la collaborazione degli stessi cittadini i quali, magari, potrebbero aver notato qualche movimento strano nella zona del Centro direzionale.

Intanto non si fermano gli attestati di solidarietà da tutta la Sardegna.

Ferma la condanna da parte del vescovo di Iglesias: "Sono atti inaccettabili", dice monsignor Giovanni Paolo Zedda.

Solidarietà al sindaco, alla Giunta e ai familiari anche da parte dei gruppi consiliari di opposizione (FI, Piazza Sella, Misto, Cas@Iglesias, Pci) e dal Movimento 5 stelle.

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