Continuano a essere argomento caldissimo la produzione e l'esportazione di ordigni bellici da parte della Rwm Italia, soprattutto dopo il servizio dedicato all'esportazione di missili in Arabia Saudita realizzato dal "New York Times", che ha subito infiammato il dibattito politico con interventi a favore e altri assolutamenti contrari a quanto riportato dal prestigioso quotidiano a stelle e strisce.

"Era ora che anche negli Usa si accorgessero di quanto diciamo da anni, ora si apra subito la discussione pubblica sulla riconversione dell'impianto", dicono in sostanza il deputato di Liberi e Uguali Michele Piras e il coordinatore di Sardigna Natzione Bustianu Cumpostu ("Quella fabbrica non è compatibile con la nostra terra e il nostro popolo").

"Si lascino in pace i lavoratori sardi, da loro nessuna irregolarità" è invece la posizione dell'europarlamentare di Forza Italia Stefano Maullu, mentre per Salvatore Deidda, portavoce regionale di Fratelli d'Italia "il N.Y Times dovrebbe chiedere l'embargo al proprio governo visto che è tra gli alleati dell'Arabia Saudita".

Alcuni giorni fa l'europarlamentare Cinquestelle Giulia Moi ha incontrato a New York l'ambasciatore italiano all'Onu Sebastiano Cardi al quale ha consegnato una lunga lettera in cui si chiedevs la riconversione a usi civili dello stabilimento che ha sede tra Domusnovas e Iglesias.

La missiva recava la firma dalle associazioni antimilitariste Assotziu Consumadoris, Sardegna Pulita, Sos Sardegna, Confederazione Sindacale Sarda, Movimento Focolari Italia e Comitato Riconversione Rwm.

Ad alimentare il dibattito anche un intervento del portavoce di Sardegna Pulita Angelo Cremone che evidenzia "il colpevole silenzio della Regione sulla Rwm dopo che la Comunità Europea, il Papa, tante associazioni e Comuni hanno condannato il commercio di bombe che viola la legge 185 del 1990 la quale proibirebbe le esportazioni di armi verso paesi belligeranti".
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