Sono in stato di fermo con l'accusa di omicidio e soppressione di cadavere: si tratta di una donna, Antonietta Biancaniello, e di suo figlio, Raffaele Rullo, ritenuti coinvolti nella morte di Andrea La Rosa, l'ex calciatore scomparso il 16 novembre scorso e il cui cadavere è stato ritrovato ieri nel bagagliaio di un'auto sulla Milano-Meda, all'altezza di Varedo.

La macchina è di proprietà di una donna, che si trovava al volante, quella finita al centro del provvedimento di fermo, ma anche suo figlio è finito nei guai.

Entrambi sono stati interrogati per tutta la notte.

Per gli inquirenti, a giudicare dallo stato del corpo, La Rosa è stato sgozzato e i resti erano già in decomposizione: i fermati avrebbero tentato di scioglierlo nell'acido.

LE INDAGINI - Stando alle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano, Raffaele Rullo, 35 anni, aveva deciso di far sparire La Rosa perché non voleva restituirgli i 38 mila euro che aveva preso in prestito da lui.

Il giorno in cui il 35enne è scomparso aveva incontrato Rullo a casa della madre a Quarto Oggiaro.

Di quell'appuntamento La Rosa aveva parlato con la fidanzata, che conosceva Rullo, e con un calciatore del Brugherio. Da quell'incontro, però, La Rosa non era più tornato.

Le indagini sono arrivate a una svolta dopo che nei giorni scorsi è stata intercettata una conversazione dalla quale si capiva che i due avrebbero dovuto spostare qualcosa di "ingombrante" e che emanava "cattivo odore".

Dopo aver ucciso La Rosa tagliandogli la gola, l'intenzione di Rullo e della madre era quella di portarlo in un garage a Seveso. Quando, nel tardo pomeriggio di ieri, i militari dell'Arma hanno fermato la donna sulla Milano-Meda, la 59enne ha detto loro che stava "trasportando del gasolio".

(Unioneonline/s.s.-D)

IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE:

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