Nuove accuse per Alessandro Sessa e Gianpaolo Scafarto, il colonnello e il maggiore dei carabinieri indagati nell'inchiesta Consip.

I due sono stati sospesi dal servizio per un anno in seguito a un'interdittiva nata da nuove contestazioni di depistaggio, questa volta successive al momento in cui la procura ha tolto all'ufficio di cui facevano parte le indagini sugli appalti Consip.

Secondo la Procura di Roma avrebbero distrutto dei documenti per eliminare prove utili agli inquirenti: la richiesta dei pm è stata accolta dal gip che ha ritenuto doloso il comportamento dei militari.

Sessa avrebbe chiesto aiuto a Scafarto per eliminare il backup automatico di Whatsapp, che i due utilizzavano per scambiare informazioni sull'inchiesta.

Scafarto era indagato, il suo smartphone era stato sequestrato, e il maggiore reinstallò l'app sul telefono del suo superiore dopo aver distrutto messaggi e documenti indispensabili all'indagine sulla fuga di notizie.

Reato commesso, secondo gli inquirenti, "al fine di sviare l'indagine relativa all'accertamento degli autori della violazione del segreto".

RENZI: "PAGHI CHI TRADISCE LO STATO" - "Io sono un cittadino di questo Paese che ha servito l'Italia per oltre mille giorni da presidente del Consiglio. Da me non sentirete mai una parola sopra le righe su questa vicenda. Lo faccio anche se in termini personali mi costa perché ho visto soffrire persone care. Ho sempre detto dal primo giorno che la verità sarebbe venuta fuori. Se vi fosse un'attenzione ai fatti e non alla polemica politica emergerebbe con tutta evidenza la verità. Io non spendo mezza parola contro nessuno. È del tutto evidente che leggo quello che accade con atteggiamento neutrale e serio".

Queste le parole del segretario Partito democratico Matteo Renzi, che ha commentato la sospensione degli ufficiali del Noe Sessa e Scafarto, affermando: "Paghi chi tradisce lo Stato".

(Redazione Online/L)

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