Sulla Sella del Diavolo salgono "troppi ciclisti in mountain bike, spesso poco attenti agli escursionisti a piedi e, soprattutto, incuranti dei danni al fondo naturale in calcare e alla vegetazione: purtroppo sono frequenti i tagli alla macchia mediterranea per aprire nuovi percorsi".

Eppure "addirittura sono state patrocinate dal Comune manifestazioni sportive con percorsi" sui quali sono transitate "centinaia di mountain bike".

Tutto ciò rende inevitabile "una non più procrastinabile regolamentazione" di questa "notevole fruizione pubblica da parte di tanti escursionisti più o meno attenti ai valori naturalistici dell'area".

È quanto sostenuto dalle associazioni ecologiste "Gruppo d'intervento giuridico" e "Amici della terra", che spiegano di essere state "quelle che, ormai una quindicina di anni fa, con la realizzazione del sentiero naturalistico ed archeologico hanno promosso la riscoperta e la fruizione pubblica" del promontorio "tra i più rilevanti gioielli naturalistici e storico-culturali del Mediterraneo".

La Sella del Diavolo, "demanio militare, è tutelata con vincolo paesaggistico e in parte con vincolo idrogeologico. Sono presenti due siti di importanza comunitaria Torre del Poetto e Monte Sant'Elia, Cala Mosca e Cala Fighera, ed è prevista come riserva naturale regionale Capo Sant'Elia. Il piano regionale di gestione del febbraio 2011 prevede, quali prescrizioni e indirizzi specifici, il divieto di apertura di nuovi sentieri e il mantenimento di quelli esistenti solo per una loro percorribilità pedonale".

Per questo le due associazioni spiegano di aver chiesto, ieri, a Comune, Governo, Regione e Corpo forestale delle misure di salvaguardia e difesa delle condizioni naturalistiche della Sella del Diavolo, fra cui la limitazione dell'accessibilità con mountain bike.

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