A pochi giorni dall'assegnazione dell'Agenzia europea del farmaco ad Amsterdam, scoppiano le polemiche sul sorteggio che ha strappato l'Ema a Milano.

Polemiche rivolte in particolare al Consiglio dei governi di Bruxelles, dove lunedì si è tenuto il voto e poi il ballottaggio finale tra l'Italia e l'Olanda: un'elezione complicata e a scrutinio segreto che ha previsto tre turni al massimo, a maggioranza semplice e eliminazione e con un numero di voti per ciascun Paese diverso per ogni turno (prima 3, poi 2 e poi 1).

"Il sistema è stato deciso da 27 Stati membri e dal segretariato del Consiglio", precisa un portavoce del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, a chi denuncia l'eccessiva difficoltà del sistema.

Era stato proprio Juncker, infatti, a proporre il metodo al polacco Donald Tusk: l'obiettivo era selezionare le sedi della agenzie europee in modo imparziale.

IL CASO POLITICO - La questione rischia di diventare un caso diplomatico, dopo il voto spagnolo che non è andato all'Italia quando contava. Fonti della Farnesina, in ogni caso, specificano che non c'è nessuna critica da parte dell'Italia nei confronti del governo spagnolo.

"Le regole potevano essere scritte meglio. Hai perso per un sorteggio e ancora stai a rosicare. Dovevano esserci altre regole o esserci un Paese in più", le parole del segretario del Pd, Matteo Renzi. "Questa volta abbiamo lavorato tutti insieme come italiani ed è un fatto positivo, ci è andata male per una monetina e c'è da mangiarsi le mani - ha aggiunto - peggio dei rigori".

Il sorteggio non è andato giù neanche al leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Mi dispiace molto che Ema non sia stata assegnata al nostro Paese. Da milanese mi dispiace ancora di più. Al sapore della sconfitta si aggiunge la beffa del sorteggio".

Una dichiarazione che fa il paio con il commento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a cui "resta il dubbio che fra la seconda e la terza votazione, quando c'era bisogno di essere lì e bastavano tre voti, se fosse stato lì tutto il Governo, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, magari le cose sarebbero andate diversamente".

E poi sul voto spagnolo: "Ho sentito Gentiloni che era molto arrabbiato perché dice che la Spagna ha votato per Amsterdam. Le rivalità, le ripicche prevalgono sulla strategia. Peccato".

Per il sindaco Sala, "il metodo è sbagliatissimo però si sapeva, era già codificato così. Rincresce che una cosa del genere, che va a essere importante per centinaia di milioni di europei, venga affidato a un bussolotto".

"Noi milanesi, che siamo ragazzi e ragazze svegli, abbiamo visto passare questo treno - sottolinea il primo cittadino - e abbiamo cercato di prenderlo. Non ci piangiamo addosso e ricominciamo".

(Redazione Online/D)

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