Il presidente francese Emmanuel Macron è volato ieri sera a Riad, in Arabia Saudita, dove ha incontrato il principe ereditario dell'Arabia Saudita, Mohammed Bin Salman, per un colloquio che ha avuto come argomento principale la crisi politica in Libano innescata sabato scorso dalle dimissioni del primo ministro Saad Hariri.

Nell'incontro i due hanno affrontato anche altri temi, come per esempio lo Yemen, ma la discussione si è concentrata sul ruolo della Francia nella questione libanese e, come ha ribadito lo stesso Macron, sull'importanza "che Parigi attribuisce alla stabilità, alla sicurezza, alla sovranità e all'integrità del Libano".

Non si sa, almeno stando alla nota ufficiale del governo transalpino, se il presidente abbia incontrato a Riad Hariri, che secondo alcune fonti libanesi sarebbe trattenuto dalle autorità saudite che gli impedirebbero di far ritorno a Beirut.

I due leader hanno poi approfondito le relazioni bilaterali, con un'attenzione particolare alla "partnership strategica" tra i due Paesi e hanno discusso delle opportunità per sviluppare ulteriormente la cooperazione nel quadro di Vision 2030, il piano di riforme economiche voluto da Mbs - l'acronimo con cui Mohammed Bin Salman è conosciuto in occidente - per ridurre la dipendenza dell'economia del regno dal petrolio.

Macron e Mbs hanno anche discusso degli ultimi sviluppi in Medio Oriente e delle "misure da adottare per assicurare la sicurezza e la stabilità della regione, incluso un coordinamento nella lotta contro il terrorismo".

Inoltre, il capo dell'Eliseo avrebbe anche espresso la sua condanna - accusando apertamente l'Iran - per il missile lanciato nei giorni scorsi contro la capitale saudita dai ribelli sciiti houthi in Yemen, che secondo Riad sono sostenuti dall'Iran.

Teheran ha smentito con forza le accuse di aver fornito i missili, ma Macron avrebbe detto che sul programma missilistico "occorre raggiungere un nuovo accordo", ma avrebbe anche ribadito il proprio sostegno all'accordo sul nucleare del 2015, nonostante la nuova posizione degli Usa assunta dopo la salita alla Casa Bianca di Trump.

(Redazione Online/m.c.)
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