E dire che fino a due mesi fa non aveva neppure mai sentito parlare della Concordia Station, luogo fantastico ai confini del pianeta. Ma quando si dice il caso: un giorno d'estate un collega nella sala di controllo del Sardinia Radio Telescope, a San Basilio, gli gira una mail: ricerca candidati winter-over Dome C . Volevano persone disponibili a passare l'inverno (ed è un eufemismo, le temperature scendono a meno 80 gradi) nella base in Antartide dove, tra l'altro, si studia l'ambiente extraterrestre per preparare spedizioni su Marte.

"Ho mandato il curriculum, mai avrei pensato che mi prendessero", racconta Marco Buttu, 39 anni, mentre si prepara a partire per la straordinaria missione che inizierà il 18 novembre e terminerà a dicembre 2018.

Si presenti.

"Ho 39 anni, sono nato a Nuoro e cresciuto a Gavoi, dove ho fatto le scuole. A Cagliari mi sono laureato in Ingegneria elettronica. Babbo da ragazzino ha fatto il pastore, fino a quando è entrato come operaio alla Enichem di Ottana, mamma era dipendente postale. Mia moglie vive e lavora a Ollolai, ci vediamo nei fine settimana".

Prime esperienze?

"Manovale, a 15 anni, per pagarmi una colonia estiva a Londra. Un'esperienza che mi ha fatto riflettere: da quel momento mi sono dedicato seriamente allo studio. La seconda, quando un mio professore mi ha proposto un progetto internazionale, tra Università di Cagliari, Bologna, Stanford e Losanna. Un sogno. Dopo la laurea sono stato sei mesi a Losanna, al Politecnico federale. Dal 2008 lavoro all'Istituto Nazionale di Astrofisica, nella sede dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari".

Di cosa si occupa?

"Scrivo il codice software che controlla il Sardinia Radio Telescope e i suoi dispositivi, dalle parti meccaniche ai ricevitori".

Dunque, com'è che partecipa a questa missione?

"Era un venerdì di metà agosto, e chiacchierando con i colleghi abbiamo finito per parlare di Antartide. Uno di loro mi dice sai che ho ricevuto una mail proprio sull'Antartide? , e me la manda. È iniziato così, ho avuto la fortuna di essere nel posto giusto, nel momento giusto, con le persone giuste".

Ci racconti cosa farà.

"La missione durerà circa un anno, in uno dei posti più freddi del pianeta, dove non c'è nessuna forma di vita. La Concordia è il luogo più isolato in assoluto, anche più della Stazione spaziale internazionale. Quando arriverò laggiù sarà estate e nella base ci saranno una cinquantina di persone. Poi a febbraio rimarremo in tredici, sette italiani, cinque francesi e un'austriaca, fisicamente irraggiungibili per nove mesi, e per quattro mesi completamente al buio".

Gli obiettivi?

"La ricerca scientifica in vari ambiti, astronomia, glaciologia, geodesia, fisica dell'atmosfera e biologia umana. Io mi occuperò dell'osservatorio astronomico, dove è installato un grande telescopio a infrarossi, e di sviluppare e manutenere il software di controllo del telescopio. Mi sono stati assegnati anche compiti tecnici e se servirà dovrò effettuare misure di eventi sismici e del campo magnetico terrestre".

Chi sta a capo della base e del progetto?

"Una macchina enorme che coinvolge due Stati e diversi enti. Dal lato italiano c'è il Pnra (Programma nazionale di ricerche in Antartide), l'Enea (Agenzia per le nuove tecnologie l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), e il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) che coordina i progetti scientifici in campo. Dal lato francese l'Ipev (Institut Polaire Paul-Emile Victor). Concordia è un posto unico anche per questa cooperazione tra Italia e Francia, nessun'altra stazione in Antartide è gestita da più Paesi".

Cosa fa nel tempo libero?

"Ho scritto una guida all'utilizzo di un particolare linguaggio di programmazione, che si chiama Python, e organizzo conferenze sul tema. Ma soprattutto pratico yoga, sei giorni alla settimana, almeno un'ora al giorno. Adoro il mare, faccio kitesurf, paracadutismo, trekking, e mi piace la fotografia".

Una persona che la ispira, che ammira?

"Il mio amico Niccolò Porcella, un campione che partecipa a diverse competizioni internazionali, dalla tuta alare al surf. Lo ammiro per la sua semplicità, perché inizia la giornata ringraziando l'Universo per cose che per i più sono scontate, come camminare, mangiare, stare con i propri cari".

Qual è il suo stato d'animo?

"Sono felice, curioso e grato. Sarà un'avventura unica, anche di introspezione, tra scienza e spiritualità e, dato che sarò con tecnici altamente qualificati, una grande occasione per imparare. Dall'elettronica alla glaciologia, dalla medicina alla meccanica, dalla fisica dell'atmosfera all'idraulica, dalle lingue alla cucina".

Cristina Cossu

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