Uno schema che si ripete, con le dovute variazioni del caso, un po' ovunque in Europa.

Vince la destra anti-sistema, avanza, e non poco, l'ultradestra xenofoba e anti Ue, crollano i socialdemocratici.

È successo anche in Repubblica Ceca, nelle elezioni parlamentari che si sono tenute ieri e oggi nel Paese.

Ha vinto il miliardario Andrej Babis, soprannominato in patria il "Trump ceco": il suo partito, Alleanza dei cittadini scontenti (Ano), ha ottenuto il 29,7% dei voti, 11% in più rispetto alle elezioni del 2013.

Vicepremier e responsabile delle Finanze nell'ultimo governo, i cui partiti sono stati travolti dal risultato elettorale, è riuscito a riciclarsi presentando il suo movimento come formazione trasversale in polemica con la politica tradizionale, e ha ottenuto consensi a destra e a sinistra.

Al secondo posto, con l'11% dei voti, i conservatori tradizionali, quindi la grande sorpresa, il 10,7% del Partito Pirata.

Crollo dei socialdemocratici, che nel 2013 erano primo partito e oggi ottengono appena il 7,3%.

Sono il quinto partito, perchè in quarta posizione ci sono gli xenofobi di Libertà e democrazia diretta, che chiede l'uscita della Repubblica Ceca dalla Ue e si è presentato con lo slogan "Stop Islam e stop terrorismo".

Il Trump ceco potrà contare su 78 seggi, gliene mancano 23 per raggiungere i 101 necessari per ottenere la maggioranza. Si profila dunque un governo di coalizione, con i conservatori o con il partito pirata.

Magnate dell'agroindustriale, Babis promette lotta alla corruzione e alla politica tradizionale, critica l'euro e i ricollocamenti dei rifugiati. È indagato per il presunto utilizzo fraudolento di fondi europei e per reati fiscali.

(Redazione Online/L)
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