Non mostra alcun segno di pentimento Khabiboul Khabatov, il ceceno di 20 anni indagato dalla magistratura spagnola per il pestaggio che tra l'11 e il 12 agosto è costato la vita a Niccolò Ciatti, il 22enne di Scandicci (Firenze), mentre si trovava in una discoteca a Lloret de Mar, in Spagna.

"Non mi sento in colpa per quello che è successo", ha dichiarato, intervistato nella sua casa di Strasburgo da un'inviata della trasmissione "Le Iene".

Il giovane ha raccontato la sua versione su quanto accaduto quella tragica notte: "Non siamo entrati in discoteca per divertirci, ma per parlare di lavoro. Appena entrati siamo passati vicini al gruppo di Niccolò e uno di loro ha spinto il piccolo Vandam".

Vandam è il soprannome di Rasul Bisultanov, 24 anni, il ragazzo che ha sferrato il calcio mortale alla tempia di Niccolò, l'unico dei tre ceceni indagati ancora in carcere.

Il racconto di Khabatov va avanti: "Niccolò li ha spinti senza motivo, così lui e Rasul hanno iniziato a picchiarsi. Il mio amico ha cercato di calmarlo ma è stato accerchiato dagli amici di Ciatti: era solo e si sentiva minacciato, per questo ha iniziato a picchiarli e, dato che era sotto effetto di droghe e alcol, ha perso il controllo".

Punta il dito contro gli amici di Niccolò, il ceceno: "Quando è caduto a terra lo hanno lasciato lì e nessuno si è avvicinato, i suoi amici dovevano intervenire".

Solo alla fine il giovane mostra, se non pentimento, almeno dispiacere per il destino di Niccolò: "È una tragedia - dice - sarebbe stato meglio se fosse morto uno di noi. Adesso sono come uno zombie, non sorrido, non alzo lo sguardo".

Una versione totalmente opposta quella invece fornita da Andrea e Simone, amici di Niccolò che erano in discoteca con lui quella notte.

"Eravamo in pista a ballare e arrivano questi tre: erano veramente grossi, hanno iniziato a discutere con Niccolò, non so perché. Poi quello con la maglietta rossa (Mosvar Magamadov, ndr) lo ha preso per il collo", raccontano.

"Ho provato a difenderlo - aggiunge Andrea - e gli sono saltato addosso, ma a quel punto ha lasciato Niccolò, mi ha preso in braccio e mi ha scaraventato a terra. Infatti nel video si vede che ci siamo io e Nicco stesi a terra. Poi si è formato un cerchio enorme in pista, sembrava un ring. Quindi un calcio nella tempia fortissimo a Niccolò, come fosse tirato a un pallone".

Intanto Luigi Ciatti, padre del ragazzo, ha lanciato l'ennesimo appello a tutti coloro che quella notte hanno assistito al pestaggio: è alla ricerca di testimonianze, immagini, video. Alla ricerca della verità, di una spiegazione ad una morte così inspiegabile.

(Redazione Online/L)

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