Sono usciti silenziosamente dall'aula del Consiglio comunale di Bologna, poco prima dell'intervento del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

Una protesta, quella dei familiari delle vittime della strage alla stazione, contro le "promesse mancate" del governo per quella bomba che il 2 agosto 1980 uccideva 85 persone e ne feriva 200.

"Non abbiamo niente contro Galletti - ha detto il loro portavoce, Paolo Bolognesi - ma vogliamo che si indaghi ancora sulla loggia P2 per verificare se da quel centro del potere occulto è stato impartito il mandato stragista". Si chiede anche di "ottemperare alle giuste richieste di risarcimento".

GALLETTI SI DIFENDE - "Lo Stato ha ancora un debito da onorare nei confronti di quanti hanno chiesto tutta la verità - ha ammesso Galletti - So bene che nulla potrà mai compensare il dolore che quella bomba ha causato. Ma questo non può esimerci dal porre rimedio con ogni sforzo possibile alle mancanze che purtroppo si sono registrate negli anni. Su queste, nel tempo, si è instaurata una polemica che condiziona un ricordo che dovrebbe invece essere unito per esser ancor più forte".

"Posso comprendere l'insoddisfazione dei familiari, sappiamo che la strada è ancora lunga - si è difeso - ma si sta continuando a lavorare per dare risposte e si sono fatti dei passi avanti".

IL RICORDO DI ANGELA, LA PICCOLA SARDA - "Indelebile nella mia mente c'è la storia di Angela Fresu, la più piccola tra le vittime - ha detto Galletti, ricordando la bambina di tre anni di origini sarde morta nella strage - che tutta Bologna ha considerato come figlia propria. Ancora oggi la mia generazione, nel raccontare il male assoluto, la violenza più inaccettabile, fa riferimento all'ingiustizia di quella giovane vita spezzata".

LA FAMIGLIA SARDA SCAMPATA - All'esplosione è scampata, per una fortuita conicidenza, una famiglia di origine sarda residente nel Pavese. Andrea e Francesca Furru, fratelli originari di Tula, nel Sassarese, insieme al marito di lei, Luciano, e alla figlia Sabrina di 5 anni, dovevano partire proprio quel giorno per raggiungere Civitavecchia e imbarcarsi per la Sardegna. Il treno era stato scelto come mezzo per lo spostamento, ma qualche ora prima la famiglia aveva cambiato programma: avevano deciso di raggiungere il porto in macchina, su una 500, anziché in treno, proprio quello che sarebbe transitato da Bologna. Il cambio di programma ha forse salvato loro la vita.

Da sinistra: Francesca e Andrea Furru, e Luciano, marito di Francesca
Da sinistra: Francesca e Andrea Furru, e Luciano, marito di Francesca
Da sinistra: Francesca e Andrea Furru, e Luciano, marito di Francesca

L'INTERVENTO DI MATTARELLA - "Il bisogno di verità - ha aggiunto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche lui intervenuto durante la commemorazione - non può fermarsi dove sono presenti ancora zone d'ombra, e pone traguardi verso i quali tendere".

"La memoria si conferma a fondamento di una risoluta, consapevole risposta civile contro il terrorismo di ieri e di oggi, contro coloro che sono pronti a usare violenza per condizionare la vita sociale e la democrazia, contro ogni trama concepita nell'illegalità e nell'ombra per tentare di piegare le istituzioni erette sui valori della Costituzione".

(Redazione Online/D-s.s.)

#AccaddeOggi: 2 agosto 1980, la strage alla stazione di Bologna
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Gli effetti dell'esplosione
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Una delle tante commemorazioni della strage
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I feriti
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La lapide che ricorda le vittime dell'esplosione
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La notizia sulla prima pagina de L'Unione Sarda
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L'orologio rimasto fermo alle 10.25 per ricordare l'ora della strage
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Sandro Pertini a Bologna
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I primi soccorsi
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Una foto dell'effetto della bomba
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Valerio Fioravanti
Valerio Fioravanti
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Francesca Mambro
Francesca Mambro
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