"Assolvetelo dalla contestazione di disastro ferroviario, ma condannatelo per furto".

Tradotto: per la pubblica accusa Franco Tiana, 70 anni, deve essere punito con una pena di 2 anni e 6 mesi perché responsabile della sparizione di parti della linea ferroviaria che giorni dopo i carabinieri ritrovarono nella sua azienda.

Oggi davanti al collegio del tribunale di Nuoro è approdata alla discussione finale la vicenda che vede come imputato l'uomo di Bono (difeso dall'avvocato Marcello Caredda), che avrebbe smontato dei binari della linea Macomer-Nuoro, che sono poi stati trovati dai carabinieri nelle campagne di sua proprietà tanto da costargli l'incriminazione.

L'episodio, che risale al novembre del 2015, poteva provocare una tragedia.

Infatti, il treno passeggeri dell'Arst (ex Ferrovie della Sardegna), diretto dal capoluogo del Marghine a Nuoro, era deragliato nel tratto vicino alla stazione Tirso nell'agro di Illorai.

Non per caso ma per via di quest'assurdo furto.

Per fortuna nell'incidente non ci fu nessun ferito, ma la linea ferroviaria Macomer-Nuoro rimase interrotta per tutta la giornata, mentre i passeggeri vennero trasportati in pullman alle loro destinazioni.

Già dal giorno successivo la situazione tornò alla normalità.

L'incidente si era verificato nel tardo pomeriggio.

In un primo momento si pensò a un sabotaggio.

L'intervento dei tecnici e dei carabinieri della compagnia di Bono ha stabilito che il deragliamento era stato invece provocato dallo scambio automatico, messo fuori servizio poiché danneggiato dal passaggio di un camion guidato da ignoti, che avevano rubato dei vecchi binari, accatastati vicino alla stazione.

Il pm Andrea Ghironi concludendo la requisitoria ha chiesto 2 anni e sei mesi per il reato di furto aggravato con recidiva, mentre ha sollecitato alla corte l'assoluzione per disastro ferroviario.

Il suo difensore, l'avvocato Marcello Caredda, ha invece chiesto l'assoluzione da tutti i capi di imputazione.

"I binari furono ritrovati dopo oltre una settimana dai carabinieri fuori dalla proprietà del mio assistito. Poi quelli rubati erano ben sei, ma quelli ritrovati quattro", ha sottolineato il legale nella sua arringa.

Anche l'imputato in precedenza si era sottoposto all'interrogatorio delle parti rimarcando il fatto che lui non avesse commesso il furto.

"Se volevo impadronirmene dentro la mia proprietà ce ne erano almeno 150 metri di binari morti", ha detto l'uomo, "non avevo nessun bisogno di rubarli per poi abbandonarli. Non aveva nessun senso".

Il processo riprenderà mercoledì prossimo con eventuali repliche delle parti poi la corte si riunirà in camera di consiglio per emettere la sentenza.
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