C'è anche il tragico caso di una donna sarda alla base del giro di vite imposto dalle autorità di Israele agli investimenti nelle cosiddette opzioni binarie.

Si tratta di un'anziana morta suicida dopo aver perso i risparmi di una vita impegnati in una "scommessa" finanziaria ad altissimo rischio attraverso una società basata nello Stato ebraico.

La vicenda è riferita dal Times of Israel, che cita indagini condotte dalla Israel Securities Authority (Isa) incaricata assieme al ministero della Giustizia di Tel Aviv di stilare un disegno di legge che impedisca d'ora in poi alle piattaforme di trading online di proporre e piazzare, dentro e fuori i confini israeliani, gli investimenti binari, definiti dalle autorità addirittura "immorali".

Israele, dove sono moltissime le compagnie specializzate in questo tipo di attività, aveva già imposto una stretta nel 2016.

Ora, a fronte di decine di denunce da tutto il mondo e a drammatici episodi come quello avvenuto nell'Isola, il governo ha deciso di estendere il divieto anche alle piattaforme online, perseguendo e incarcerando chiunque tenti di spacciare le opzioni che garantiscono, sulla carta, redditi ingenti a breve termine, ma che, nella realtà, spesso e volentieri rovinano i risparmiatori.

Questo perché "al di là del terribile danno economico per i cittadini di tutto il mondo - spiega il direttore dell'Isa Shmuel Hauser - i venditori di opzioni binarie stanno anche rinfocolando l'anti-semitismo e i sentimenti anti-israeliani".

(Redazione Online/l.f.)
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