"Sentivo la lama che mi tagliava la pancia. Ho lanciato un urlo di dolore, ma non sono stata ascoltata, hanno continuato e allora mi sono messa a piangere e ho solo sperato che finisse tutto in fretta".

Le parole pronunciate piano, tra una pausa e l'altra del respiro. Perché se il dolore fisico dopo l'intervento di chirurgia estetica che avrebbe dovuto cancellare i segni lasciati da quattro gravidanze, ora è passato, il dolore e le ansie che l'operazione le hanno lasciato dentro restano. Così come le cicatrici, che avrebbero dovuto nascondere le imperfezioni e le hanno accentuate.

L'INTERVENTO - Gabriella, nome di fantasia, ha poco meno di 40 anni, quattro bambini piccoli e alla Clinica Michelangelo di Olbia ci arriva da Sassari, dopo aver visto le pubblicità degli interventi.

"Le fotografie che vengono diffuse sono bellissime e io volevo rivedermi bella dopo i figli", racconta la donna, assistita dal legale Egidio Caredda: "Ho pagato oltre settemila euro per un'addominoplastica e un intervento di aumento del seno. Sono stata sotto i ferri, nell'ambulatorio di Olbia al Delta Center per due interventi, il secondo era riparatore dei danni fatti durante il primo".

Due operazioni dunque, due traumi uno a distanza di poco tempo dall'altro. "Ancora non mi capacito - dice Gabriella - del perché io mi sia fatta toccare un'altra volta da queste persone. Speravo mi rimettessero apposto, ma così non è stato. Ho cicatrici evidenti, un seno sproporzionato e innaturale, ho ancora lembi di pelle sull'addome che non dovrebbero essere lì".

LE DENUNCE - La disperazione è tanta, ma è la voglia di rivalsa, e soprattutto quella di evitare che altre donne subiscano simili interventi, che ha spinto Gabriella a denunciare e a raccontare il suo calvario.

La Clinica Michelangelo lo scorso 3 marzo è stata posta sotto sequestro dagli uomini della Guardia di Finanza che insieme con i Carabinieri dei Nas hanno eseguito un'ordinanza della Procura di Tempio. E Gabriella non è l'unica che ha deciso di parlare. Maria, olbiese di adozione di anni ne ha qualcuno in più della compagna di sventure.

"Volevo rifare il seno, ma adesso sono oscena. Ho cicatrici che non andranno più via e mi hanno rovinata - racconta Maria - La notte dopo l'intervento mi sono svegliata in una pozza di sangue, sono andata al pronto soccorso ma mi hanno mandata nella clinica dove ero stata operata. Il risultato è che ho rischiato la salute e nessuno ha fatto niente".

LA DIFESA - Non ha invece dubbi sugli interventi l'avvocato della clinica, Giampaolo Murrighile: "Tutto è stato fatto seguendo i protocolli medici e avvalendosi di esperti chirurghi di fama internazionale, con l'applicazione di procedure all'avanguardia come la tumescenza a freddo".

Sulle cicatrici contestate aggiunge: "Non possiamo sapere se sono la causa di una mala evoluzione del post operatorio in cui i medici non possono interferire. La scienza medica non è una scienza esatta, non escludiamo che si possano verificare, in casi particolari, delle complicazioni".
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