Sono state chiuse le indagini effettuate dalla Procura di Roma nei confronti di 5 dirigenti della Bonatti di Parma, l'azienda per cui lavoravano Salvatore Failla e Fausto Piano, sardo di Capoterra, sequestrati insieme ad altri due tecnici il 19 luglio 2015 e uccisi in una sparatoria nei dintorni di Sabrata, in Libia.

Eventi che, secondo i giudici, sarebbero dovuti al mancato rispetto di tutte le misure di sicurezza previste e consigliate dalle autorità italiane per le aziende che operano nel Paese nordafricano.

Tra gli accusati figurano il presidente della Bonatti, Paolo Ghirelli, e anche la società è chiamata in causa; il reato contestato è quello che riguarda la "cooperazione colposa in un delitto doloso".

Secondo l'indagine, dopo la chiusura dell'ambasciata italiana nel febbraio 2015 e l'allerta lanciato dalla Farnesina, era necessario alzare il livello di sicurezza per i vari trasferimenti nella regione.

I funerali di Fausto Piano
I funerali di Fausto Piano
I funerali di Fausto Piano

LA VEDOVA FAILLA: "LO STATO È RESPONSABILE" - "Ogni volta che salta fuori una nuova notizia il dolore si rafforza. Ringrazio i magistrati, che stanno facendo un ottimo lavoro, ma le indagini per me sono a metà", ha detto la vedova di Salvatore Failla, Rosalba. "Occorre svelare le responsabilità interne alle istituzioni. Credo che si stiano coprendo delle colpe istituzionali perché lo Stato è responsabile della morte di mio marito. Il governo sapeva dove era Salvo, l'ex premier ha autorizzato un bombardamento in quel posto incurante del fatto che la vita di mio marito era proprio nelle mani dello Stato italiano. Oggi provo una rabbia indescrivibile".

I LEGALI: "FATTO STORICO" - Sulla chiusura dell'inchiesta è arrivato anche il commento dell'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, parte civile per conto dei familiari di Salvatore Failla, il quale parla di "fatto storico", perché "per la prima volta vengono indicate precise responsabilità penali in capo ai datori di lavoro chenon hanno salvaguardato la sicurezza di dipendenti esposti a rischi elevatissimi".
© Riproduzione riservata