Voleva evitare uno scandalo: per questo padre Graziano ha ucciso Guerrina Piscaglia.

È il centro della sentenza pronunciata dalla Corte d'assise di Arezzo nell'ottobre scorso nei confronti del sacerdote congolese accusato di aver fatto sparire, il primo maggio 2014, la casalinga di Ca' Raffaello, nell'Aretino.

Nelle motivazioni, composte da 224 pagine e che hanno portato a una condanna a 27 anni di carcere per omicidio volontario e occultamento di cadavere, i giudici parlano di indizi "gravi, precisi e concordanti" e fanno riferimento a una serie di elementi: le tante telefonate intercorse tra il parroco e la donna prima del giorno della scomparsa e l'improvvisa interruzione successiva; i messaggi mandati dal telefonino di Guerrina dopo il primo maggio, tra l'altro contenenti vari errori ortografici; il racconto del frate in merito all'allontanamento della casalinga insieme a un ambulante marocchino; e infine "zio Francesco", la cui identità non è mai stata chiarita e che i giudici ritengono inesistente.

La lettura della sentenza contro padre Graziano, IL VIDEO:

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