Donald Trump ha vinto clamorosamente la corsa alla Casa Bianca, al termine di una notte elettorale che gli Usa e il mondo ricorderanno a lungo.

"Sarò presidente di tutti gli americani - sono state le prime parole del magnate -, è arrivato il tempo di curare le ferite della divisione, gli americani devono riunirsi in in un popolo solo".

E ancora: "Mi impegno a essere presidente di tutti gli americani, cosa che per me è estremamente importante", ha detto, aggiungendo: "Per coloro che hanno scelto di non appoggiarmi in passato, mi rivolgo per ricevere indicazioni", è necessario "unirci come unico Paese".

Trump ha concesso l'onore delle armi a Hillary Clinton che gli ha telefonato per riconoscere la vittoria elettorale dell'avversario. "È stata un grande avversario, ha fatto un ottimo lavoro", ha detto Trump.

"Terremo sempre al primo posto gli interessi americani - ha aggiunto - ma manterremo sempre rapporti con tutti, con le altre nazioni con cui cercheremo una fase comune di dialogo, non di scontro".

"Lavorare insieme ci porterà alla ricostruzione della nostra nazione e al rinnovamento del sogno americano - ha aggiunto il neo presidente -. La nostra non è stata una campagna ma un movimento incredibile costituito da milioni di donne e uomini che lavorano duro per il loro Paese e che vogliono creare un futuro migliore per sé e per le loro famiglie. Un movimento formato da americani di tutte le razze, religioni e credo che vogliono rispettare il nostro governo che è al servizio del popolo".

Nel discorso della vittoria Donald Trump, affiancato dal suo vice designato Mike Pence, ha abbandonato dunque i toni aggressivi della campagna elettorale, e si è rivolto agli americani che non hanno votato per lui dicendo che è arrivato il momento di riunire l'America.

Trump ha ottenuto ad ora 290 grandi elettori, ben oltre i 270 necessari per arrivare alla Casa Bianca, staccando nettamente la Clinton che è ferma a 218.

Per quanto riguarda il Congresso, i repubblicani mantengono la maggioranza alla Camera dei rappresentanti, mentre per il Senato la partita è ancora aperta anche se i repubblicani sembrano in vantaggio anche in questo caso.

Nella notte il presidente uscente Barack Obama, ormai certo della sconfitta, è voluto intervenire per rassicurare gli elettori democratici: "Qualcunque cosa accada, domani sorgerà ancora il sole perché l'America è un grande paese.

Immediate le reazioni da tutto il mondo: tra i primi a chiamare Trump, il presidente russo Vladimir Putin, che tifava apertamente per lui.

Congratulazioni sono arrivate anche da tutti gli altri leader del mondo, da Angela Merkel a Benjamin Netanyahu, passando per Matteo Renzi e il portavoce Vaticano Pietro Parolin.

Il portavoce della Camera degli Stati Uniti Paul Ryan ha telefonato a Trump e al candidato alla vice presidenza Mike Pence, per congratularsi. Si è trattato di una conversazione "molto buona".

Secondo una prima analisi, a caldo, del Washington Post, Donald Trump ha trionfato nelle aree del Paese a forte presenza di elettori bianchi, facendo molto meglio di Mitt Romney sconfitto quattro anni fa da Barack Obama. Mentre Hillary Clinton non è riuscita ad attirare i voti delle minoranze che furono la chiave dei successi del presidente uscente.

Analizzando gli exit poll, il Post sottolinea come Clinton abbia registrato un vantaggio di 54 punti tra gli elettori non bianchi, un vantaggio enorme ma inferiore a quello registrato da Obama, il 61%.

Al contrario Trump ha ottenuto il 60% del voto degli uomini bianchi, ed ha vinto anche tra le donne bianche, ottenendo il 52%. E nonostante gli scontri intestini della campagna elettorale, il tycoon avrebbe conquistato l'88% del voto repubblicano, con il massiccio 78% degli evangelici.

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