L'alibi fornito è falso. Insostenibile - secondo i giudici - la tesi difensiva per la quale Andrea Dessena non avrebbe potuto commettere l'omicidio perché il suo cellulare agganciava le celle del ripetitore di Orosei.

L'imputato avrebbe potuto traquillamente lasciarlo a casa. Questa è soltanto una delle motivazioni (contenute in 365 pagine) illustrate dalla Corte d'Assise d'Appello di Cagliari (presidente Maria Grazia Corradini, a latere Giovanni Lavena) che hanno portato alla conferma della condanna all'ergastolo di Andrea Dessena, dopo l'annullamento con rinvio della Cassazione.

Il ventottenne di Orosei, difeso dall'avvocato Antonino Rossi, lo scorso 22 marzo è stato condannato per l'omicidio di Mario Mulas e Sara Cherchi, i fidanzati di Irgoli, uccisi a fucilate la sera del 3 settembre 2008 davanti al cancello della loro casa.
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