Circa 13 miliardi di euro. Questo l'ammontare della multa che la Commissione europea ha intenzione di infliggere alla Apple per le politiche fiscali attuate in Europa da parte del colosso di Cupertino.

In particolare, la società fondata da Steve Jobs è accusata di aver beneficiato di un trattamento di favore in materia fiscale da parte dell'Irlanda in cambio di aiuti vietati dalle regole comunitarie, in base alle quali le autorità fiscali dei vari Stati membri non possono accordare a singole aziende regimi fiscali di particolare vantaggio.

Cosa che per Bruxelles, invece, il governo di Dublino avrebbe consentito alla Apple.

"LE TASSE SI PAGANO" - "Non è una punizione, sono tasse non versate che devono essere pagate", ha spiegato la commissaria europea Margrethe Vestager.

DUBLINO IN DISACCORDO - Di diverso avviso il governo di Dublino.

"Sono in profondo disaccordo con la decisione della Commissione", ha commentato il ministro delle Finanze, Michael Noonan. Aggiungendo: "Il nostro sistema di tassazione è fondato sulla stretta applicazione della legge, come stabilito dal Parlamento, senza alcuna eccezione".

L'esecutivo irlandese, dunque, ha già annunciato ricorso, così come Apple, (che nel frattempo si prepara al lancio, il prossimo 7 settembre, del nuovo iPhone7 ).

APPLE: "EFFETTI DANNOSI" - "Apple segue la legge e paga tutte le tasse che deve ovunque opera. Faremo appello e siamo fiduciosi del fatto che la decisione possa essere rovesciata", ha scritto l'azienda in una nota.

Per la multinazionale, inoltre, "l'argomentazione della Commissione non riguarda quanto Apple paga in tasse, ma riguarda quale governo raccoglie i soldi".

La decisione dell'Ue, conclude la nota, "avrà un effetto profondo e dannoso sugli investimenti e la creazione di lavoro in Europa".

"UN COLPO DEVASTANTE" - Per il patron di Apple, Tim Cook la Commissione Ue "di fatto sostituisce la normativa fiscale irlandese con quello che la stessa Commissione ritiene avrebbe dovuto essere tale normativa. Sarebbe un colpo devastante alla sovranità degli Stati membri in materia fiscale e al principio stesso della certezza del diritto in Europa".
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