15mila euro in contanti, di cui 1.900 nascosti all'interno di un congelatore. È quanto recuperato dai carabinieri di Milano nel corso delle perquisizioni a casa di Fabio Rizzi, consigliere regionale della Lombardia e braccio destro del governatore Roberto Maroni, arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di essere stato un collettore di tangenti nell'ambito degli appalti per la Sanità.

Assieme a Rizzi, ex senatore e, tra l'altro, fondatore della prima sede della Lega in Sardegna - a Trinità d'Agulto e Vignola (Olbia Tempio) - sono finite in manette altre 20 persone.

Per gli inquirenti, il denaro trovato nell'abitazione dell'esponente del Caroccio, sarebbe parte di una tangente di 50mila euro, versata in due tranche dall'imprenditrice Maria Paola Canegrati, attraverso l'emissione di false fatture, per ottenere facilitazioni nelle gare d'appalto del Pirellone. Sempre per avere i favori di Rizzi, pensano gli investigatori, la Canegrati avrebbe finanziato la sua campagna elettorale per le Regionali le 2013.

A Rizzi e al suo "socio" Mario Longo sarebbero inoltre arrivati cinquemila euro mensili, tramite la società Spectre, riconducibile alle loro compagne, finite entrambe ai domiciliari.

"Con i grossi affari mi ci pago il mutuo", diceva Rizzi alla sua fidanzata, Lidia Pagani.

Ora, attraverso il suo avvocato, dal carcere di Monza dove è rinchiuso fa sapere: "Voglio chiarire tutto quanto e difendermi dalle accuse".
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