D opo il blitz alla corte saudita e un altro a Dubai, Renzi ha fatto capolino al Gran Premio del Barhein. E subito i poveri di spirito giù a domandare come ciò sia compatibile con le restrizioni imposte agli altri italiani. La replica del nostro, ormai leader degli Emigrati Arabi Uniti, è stata che i suoi viaggi non pesano sui contribuenti.

Risposta definitiva, a modo suo. Se chiedessimo a un passante qual è il suo colore preferito e quello rispondesse: «Il mercoledì, nel pomeriggio», in effetti la conversazione si incepperebbe. Il fatto è che il Renzi del Deserto ama i grandi silenzi, non le domande. A meno che non se le faccia da sé: allora sforna rispostine argute come quella sull'invidiabile costo del lavoro saudita o il celebre “ci pago le tasse” a proposito dei bonifici da Riad. Uscite sapide che però, ora che è offeso, rischiamo di non sentire più. In attesa che si rassereni, per combattere l'astinenza proviamo a fare da noi.

- Ormai conoscerai tutte le dune.

- Esagerato, solo qualcheduna.

- L'export di bombe aveva il tuo ok.

- Capii Arabia Esaudita e mi regolai.

- È giusto uccidere un giornalista?

- Ancora Khashoggi? Ma basta, dai: pensiamo al Khashdomani.

Se non vi sembrano simpatiche, provate quest'altra: nel 2014 quest'uomo ebbe la fiducia del 40% degli italiani.

CELESTINO TABASSO
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